Vacanze in città: di allodole, arte e buone abitudini
Dopo che per 3 anni e 2 mesi della sua vita si è svegliato ogni mattina alle 6.20/6.40, il mio secondogenito – che ha 3 anni e 2 mesi – da qualche settimana ha iniziato a svegliarsi alle 7.30/7.45. Che sia andato in letargo come le marmotte in inverno? un letargo intermittente che dura 12 ore e si rinnova ogni giorno, alternandosi a 12 ore di veglia? che sia merito del super-pigiamone felpato che gli faccio indossare da qualche tempo sopra al pigiama, che lo tiene al caldo come in un bozzolo tiepido e gli concilia il sonno? Non lo so: non mi interessa la ragione quanto il risultato. E il risultato è che di quest’oretta di sonno in più beneficia tutta la famiglia: ci si sveglia tutti insieme felici e riposati e si fa colazione tutti insieme. Non come negli ultimi 3 anni, in cui la famiglia ogni mattina si spaccava in due: i fortunati che dormivano fino a tardi e gli sfigati che si alzavano quando fuori era ancora buio, con la differenza che uno dei due, il bambino-allodola, lo faceva allegro e pimpante, pronto ad affrontare la giornata, l’altra ingrugnita e intrattabile, che pronta non lo ero ancora, ma proprio per niente.
Ma i benefici di questa nuova abitudine del mio secondogenito si sentono soprattutto nei giorni di vacanza come quelli appena trascorsi perché, diamine, svegliarsi in vacanza alle 6.20 è veramente contro natura. Quest’anno i giorni del ponte di Sant’Ambrogio, mentre la città si svuotava per riversarsi nelle località montane attorno, pronta ad aprire la stagione sciistica, noi li abbiamo trascorsi a Milano. E la cosa non ci è dispiaciuta neanche un po’. Perché ci siamo svegliati ogni giorno, tutti e quattro, col sole già alto; abbiamo fatto i turisti nella nostra città che, avvolta nella nebbia e addobbata a festa com’era, placida e vivibile, ci è sembrata una città diversa. Da quanto tempo non vedevo la nebbia a Milano! Poche cose mi mettono di buon umore e mi ispirano pensieri positivi come la nebbia. Forse per la prima volta siamo riusciti a fare cose che hanno fatto felici tutti e 4, senza forzature, in equilibrio tra attività per bambini e attività da adulti. Siamo andati all’Hangar Bicocca con un po’ di amici per un brunch nel suo arioso ristorante Dopolavoro, che ha enormi vetrate che affacciano sull’atrio dell’Hangar, in modo tale che ogni tanto potevamo sbirciare i figli immersi nelle attività del laboratorio dirimpetto, anch’esso dotato di grandi vetrate. Io prima del dolce sono sgattaiolata in fondo all’hangar a vedermi in santa pace l’installazione di Anselm Kiefer mentre Enne è rimasto a sorseggiarsi il suo caffè commentando i risultati delle partite a tavola e i bambini un po’ disegnavano e un po’ scorrazzavano liberi nell’enorme atrio dell’Hangar, troppo vuoto e spazioso per resistervi.
A Sant’Ambrogio, la mattina, ci siamo divisi: Enne e Bibo si sono rifugiati nell’enorme libreria vicino casa, non per un’impellente voglia di comprare libri – che comunque alla fine compri sempre – ma perché al primo piano ci sono 2 scaffali pieni di dinosauri con cui Bibo ama intrattenersi per delle buone mezzore parlandoci, allineandoli a terra e facendoli combattere, con buona pace del personale, che chiude regolarmente un occhio; io ho portato Olli alla mostra di Vivian Maier, la bambinaia con la passione per la fotografia di cui non vedevo l’ora di vedere le opere, esposte in questi giorni negli spazi di Forma Meravigli e ci tenevo che anche Olli vedesse quelle foto commoventi. Enne mi rimprovera perché sostiene che dell’arte ai nostri figli non importa un fico secco, perché sono ancora troppo piccoli. In effetti Olli era persino troppo piccola per partecipare ai laboratori fotografici che la Fondazione Forma organizza per i bambini ma io sono dell’avviso che i piccoli vadano sempre esposti all’arte, alla bellezza, perché un po’ la assorbono comunque, quasi per osmosi, anche se la vivono distratti e passivi. Vorrei che frequentare gallerie d’arte e musei fin da adesso, diventasse per Olli e Bibo naturale come lavarsi i denti: ora gli sembra strano e un po’ noioso, da adulti gli sembrerà la cosa più naturale del mondo. E questo non potrà che renderli persone più sensibili.
Hangar Bicocca – Laboratori per bambini
Fondazione Forma Meravigli – Laboratori di fotografia per bambini
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