Il pranzo della domenica alla Trattoria Al Laghett
Non ci sono più le mezze stagioni. Infatti settembre – da un po’ di anni a questa parte – è una specie di agosto prolungato. E ora che ci penso anche giugno è un po’ la prosecuzione piovigginosa e freddina di maggio, che a sua volta ha perso le caratteristiche dei maggio della mia infanzia, tiepidi e assolati, vera anticamera dell’estate, e che segnavano indiscutibilmente il momento di togliersi le calze, che non avremmo più indossato fino a settembre, quando – indiscutibilmente – cominciava a fare freddo davvero.
Questo settembre coì caldo è decisamente un invito a uscire, a sperimentare nuovi posti all’aperto dove mangiare e dove i bambini possano sentirsi liberi. Milano, se sai cercare, ti offre luoghi dal fascino insospettabile, che ti fanno sentire a casa, che magari ti ricordano i pranzi della domenica dell’infanzia: non avendo i genitori a Milano a noi piace un sacco chiamare un po’ di amici con figli dell’età dei nostri – che poi alla fine sono un po’ la nostra ‘famiglia milanese’ – e organizzare pranzi in posti così.
Come la Trattoria Al Laghett, che se ne sta accucciata all’ombra della magnifica abbazia di Chiaravalle, in un angolo di Milano che io amo perché conserva il fascino di una città che quasi non esiste più, che è rimasta ferma agli anni ’60. Per nulla pretenziosa -anzi fiera di conservare quella semplicità tipica delle vecchie osterie – ma piena di poesia e di grazia, racchiuse in dettagli semplici: il pergolato col glicine che fiorisce a maggio e a inizio settembre inondando di lilla il cortile con i tavoli esterni oppure le sedie anni ’60 rivestite di plastica colorata. E poi i piatti tipici e senza fronzoli della cucina tradizionale milanese, tramandati da generazioni, perché la trattoria esiste dal 1890 e appartiene da sempre alla stessa famiglia: la cotoletta, il riso giallo al salto, la salvia e i fiori di zucca impanati e fritti, la pasta fatta in casa col ragù di carne, il pollo alla diavola.
Mentre i piccoli giocano a fare le torri con le foglie secche sotto il pergolato noi adulti fantastichiamo a ruota libera sui viaggi che ci piacerebbe fare nei week-end di un autunno che non ha ancora nessuna intenzione di palesarsi.
Quanto mi piacciono i tuoi post. Sarà perché fai quello che mi sarebbe tanto piaciuto e che immaginavo sarebbe successo. Sono grata alla vita che mi ha sorpreso, facendomi vivere una vita così diversa . Ciò non toglie che ogni tanto ci penso. E i tuoi post hanno l’effetto di farmi trovare catapulta in quella vita che immaginavo e che invece non vivrò mai più . Un abbraccio
Ma guarda che tanto tu torni a Milano!!!