3 gialli super avvincenti da portare in vacanza
Qualcosa di giallo per l’inizio dell’estate. Da indossare – è il colore del momento – e soprattutto da leggere, con tre titoli perfetti da mettere in valigia.
Bisogna essere amanti dei polizieschi classici, un po’ bristish style, in cui il piacere della lettura è dato anche dal godimento dell’ingranaggio della costruzione narrativa fine e ricca di humor, per apprezzare i libri di M.C.Beaton pseudonimo di Marion Chesney, scrittrice scozzese, classe 1936, autrice di due romanzi editi da Astoria, perfetti rappresentanti di questo filone.
Un’investigatrice bizzarra e un po’ goffa, con un passato nelle pr londinesi e un presente di pseudo pensionata nel villaggio di Carsely, microcosmo pettegolo e poco solatio, dedita ai suoi gatti e alle chiacchiere con le amiche, alle quali talvolta fugge per risolvere i casi rocamboleschi della sua agenzia investigativa: questa è Agatha Raisin, deliziosa protagonista di Sibili e Sussurri. L’apparente quiete in cui versa la comunità dove vive viene bruscamente interrotta dalla morte di George Marston, aitante giardiniere spezzacuori di cui la stessa Agatha è invaghita, ucciso da morsi di serpenti e interrato alla bell’e meglio in una compostiera, macabro tributo alla sua professione. Da questo momento il tranquillo villaggio si trasforma, letteralmente, in un covo di vipere: dalle presunte amanti della vittima che nascondono segreti e bugie, ai serpenti veri e propri che infestano giardini ed esistenze, la bizzarra investigatrice sarà in prima linea nel cercare di ricostruire i dettagli di una vicenda intricata e ricca di chiaroscuri.
Con il suo pessimo carattere e gli irresistibili cliché che la caratterizzano – compreso un senso del ridicolo generato spesso dalle situazioni estreme in cui si ritrova – Agatha è spassosissima e non sono da meno i personaggi che la attorniano: tratteggiati egregiamente nella loro banale normalità, nascondono dei lati oscuri che fanno ricordare come sia sempre meglio non fermarsi alle apparenze…e che farsi i fatti degli altri spesso può salvare la vita!
In “Morte di un’ingorda” un’estate calda e insolita investe le Highlands scozzesi, raggio d’azione del poliziotto dai capelli rossi Hamish Macbeth e sede di Tommel Castle, l’hotel di lusso diretto da Priscilla, suo grande amore, nel quale si danno appuntamento otto soci di un club per single di rango elevato, Checkmate con l’obiettivo di trovare la loro dolce metà. Ma l’atmosfera è tutt’altro che idilliaca: non solo le coppie sono mal assortite e si detestano amabilmente, ma la volgarità e la maleducazione di Peta, socia con Maria Worth dell’agenzia, rende il clima orribilmente pesante. Peta è sguaiata, cafona e soprattutto ingorda: il cibo è il suo unico e principale interesse e il modo in cui se lo procura – e lo assume – non è degno di un ritrovo per persone altolocate che, nemmeno troppo segretamente, sperano fin da subito di vederla morta…Non è certo una sorpresa che diventino tutti sospettati nel momento in cui Peta viene ritrovata priva di vita con una mela rossa conficcata in bocca!
In effetti, tutti siamo ingordi, in qualche modo: di romanticismo, di denaro, d’amore.
Sono tutti buoni e tutti cattivi al contempo i personaggi della Beaton perché nessuno è mai cosi integerrimo da potersi liberare dalla tara di possibile colpevole: dietro ogni gesto, ogni azione, si nasconde sempre un’intenzione non proprio trasparente, un intento decisamente poco cristallino. Non esistono eroi ma solo uomini, e questa è una caratteristica che amo molto della scrittrice inglese, che non indulge a cercare vie di fuga per i suoi protagonisti ma che, anzi, rimarca spesso i loro difetti. Adorabile.
Per “Musica sull’abisso” di Marilù Oliva, edito da Harper Collins, si torna in Italia e principalmente nel cuore dell’Emilia Romagna, in quella Bologna travolta da una storia inquietante di ex studenti di liceo morti, in una sequenza terribile e ricca di echi del passato.
Chiamata a investigare sul caso è Micol Medici, tosta investigatrice già protagonista del precedente “Le spose sepolte”, che si trova a fare i conti con i pregiudizi di un ambiente dominato da logiche maschiliste e con una vita privata bizzarra caratterizzata da una madre eccentrica, da un fidanzato che nasconde qualche mistero e da strani sogni rivelatori che la guidano nel cercare di districare un caso sconcertante che vive nel presente ma che abbraccia i 15 anni precedenti. Infatti gli ex allievi – modello di una quinta liceo della città, anno dopo anno, ogni 21 febbraio, muoiono in curiose circostanze: il fil rouge è una torbida canzone in latino e un’ossessione per la morte che sembra accomunarli tutti.
Una storia di sopraffazioni e di fantasmi, nella quale Micol si immerge per cercare di decifrare un mistero che sembra non avere fine e che si nutre di una giovinezza in cui la cultura viene asservita al fanatismo e dove la sessualità ha le tinte di un gioco macabro.
Lei lo sa che grandi crepacci si spalancano dentro alla testa degli adolescenti?
Un thriller inquietante e claustrofobico, capace di sorprendere ad ogni capitolo, che avvince con le vicende personali dei protagonisti e con le dinamiche non sempre lineari che guidano le relazioni umane e sentimentali degli uomini da cui si deve sempre aspettarsi tutto e il contrario di tutto. Homo sum, humani nihil a me alienum puto: lo scriveva Terenzio e “Musica sull’abisso” lo conferma impedendo al lettore di tirare il fiato fino allo scioglimento dell’enigma finale.
Testo di Ursula Beretta
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