4 libri da leggere sotto l’ombrellone

Luglio con… tutto il tempo per leggere che voglio! Scegliendo, perché no?, qualche titolo tra questi che vi propongo. Tutti, assolutamente imperdibili…

È un luglio torrido e al limite dell’apocalittico quello che vede arrivare in una villa spersa nella campagna riarsa dal sole i dipendenti di un’agenzia di comunicazione riuniti per finalizzare un progetto per un importante cliente. Fa caldo, caldissimo ma il lavoro non si ferma ed è  vitale spostarsi dalla città per non implodere: Gian e Greta, compagni nella vita e titolari dell’agenzia, lo sanno bene e guidano il colorito gruppo protagonista de “Estate caldissima” di Gabriella Dal Lago (66thand2nd), un libro che, appena uscito, ha scatenato un vero e proprio terremoto social diventando un caso. L’immagine di scolastica memoria che torna in mente è quella del Decamerone; il vissuto dei personaggi, però, ha squisitamente a che fare con l’epoca moderna e si porta appresso un bagaglio di ambizioni, di ansie, di speranze e di paure potenzialmente esplosivo. Ognuno ha la sua personalissima peste con la quale fare i conti e che la solitudine puntigliosamente regolamentata della situazione impone rendendola potenzialmente più pericolosa. C’è l’amore che si sgretola o che diventa più rapace; c’è il sesso alla ricerca di una direzione da prendere; c’è l’idea di famiglia che diventa più flebile e si scontra con i compromessi e l’innocenza di un bambino. E poi ci sono le relazioni bellicose che si scatenano in quell’ isolamento artificiale esasperato dalle temperature bollenti che diventano un memo per il futuro, e, al contempo, una speranza di salvezza. È brava la Dal Lago a muovere i fili dei suoi personaggi, a volte arrotolandoli, più spesso facendoli scontrare con quel vuoto che, pagina dopo pagina, aspetta solo di essere colmato. O rinfrescato. 

Non aspettano nessuno se non di vivere le tre amiche al centro dell’ipnotico “Punto Croce”(La Nuova Frontiera), l’ultimo romanzo di Jazmina Barrera (suo è il meraviglioso Linea Nigra che, se non avete letto, vi consiglio di recuperare). Tre ragazze, tre donne poi, unite dall’amicizia ma anche, idealmente, da quella passione per il ricamo che diventa una filosofia di vita. Lo sguardo di Mila si sostituisce al narratore seguendo i fili, appunto, di una vita che, da Città del Messico arriva in Europa e poi riprende, sfilandosi, la rotta di casa. Quello che succede nel mentre è un intreccio di racconti di giovinezza e di chiacchiere sulla crescita che accompagna il lettore nel tempo presente in un sovrapporsi di piani – temporali, narrativi, decisamente emotivi – che restituiscono la storia di un legame femminile unico e intenso. I fotogrammi verbali di avventure che di epico hanno poco se non per la capacità di restituire perfettamente il difficile percorso verso l’età adulta sono  intervallati, come in un ideale arazzo, da riflessioni e appunti che esulano dal racconto tout court e che vi aggiungono tridimensionalità. Emozioni da leggere senza che ci sia un indugiare cercato, perché anche quando il dolore e le ferite prendono il sopravvento, sono sempre ritmate dal percorso dell’ago e dalla sua tranquillizzante operosità.

Se amate Shirley Jackson, “Strega”, l’opera prima di Johanne Likke Holm (NNEditore) è il libro per voi. Apritelo e lasciatevi trasportare da Rafaela fin dentro le stanze dell’hotel Olympic di Strega, un paese arroccato in una zona imprecisata delle Alpi dove la ragazza arriva insieme ad altre 8 coetanee per impiegarsi come cameriera stagionale. Fino a qui nulla di strano se non fosse che la narrazione sensoriale, fin dall’incipit, del romanzo acquista sempre più potenza nel descrivere il quotidiano bizzarro di un albergo dove il fatto che non ci siano ospiti non preclude nulla nell’attività delle ragazze. Che sbrigano le faccende, preparano da mangiare, si abbigliano di tutto punto e poi si scambiano sigarette e suggestioni nello spazio anestetizzato di quello che, di fatto, è un non luogo.  È una sorta di sinestesia in movimento che, nella mente del lettore, pian piano prende forma alimentandone – e grazie ai libri che hanno ancora questo potere! – la sensibilità.

Le cose sono due, canta Elodie, esattamente come le sorelle protagoniste dell’ultimo romanzo di Amélie Nothomb, “Il libro delle sorelle” (Voland) nel quale, con la solita grazia, la scrittrice francese mette in scena un delizioso e rapidissimo teatro dell’assurdo dal quale è impossibile distogliere l’attenzione. La trama, come sempre, è incisiva ed essenziale: un uomo e una donna innamoratissimi l’uno dell’altra, mettono al mondo una bambina sensibile e dall’intelligenza sopraffina, che cresce in una solitudine forzata coltivando i suoi talenti fintanto che non chiede – e riceve- una sorellina, Laetitia, per completarsi. Quello che ne deriva è un legame assoluto e complementare, in cui c’è spazio per bizzarri comprimari – della famiglia ma anche del microcosmo nel quale vivono le due protagoniste – e per raccontare, nell’indifferenza degli adulti, l’esistenza in movimento tra rock, letteratura e innamoramenti, due personalità uniche e complesse che impareranno, sulla loro pelle, che le parole hanno solamente il potere che si proietta su di loro.

Ursula Beretta

 

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