Avviso di chiamata

Tre sorelle, un padre malato e, in mezzo, tante, infinite telefonate: questa la trama molto cinematografica – in effetti Diane Keaton, nel 1995, ne ha tratto un film dal titolo omonimo – di Avviso di chiamata di Delia Ephron, edito da Fazi Editore.

Sceneggiatrice e sorella della più celebre Nora – che, come regista, non ha bisogno di presentazioni, ma come autrice in Italia è poco nota (vi invito a leggere “Il collo mi fa impazzire”, edito da Feltrinelli, un libro davvero delizioso) – la scrittrice racconta in maniera ironica, brillante e decisamente spassosa, passato e presente di una bizzarra famiglia americana. Si sorride parecchio scorrendo le oltre 300 pagine in cui si sviluppa un romanzo che segue il filo, letteralmente parlando, del telefono lungo il quale corrono affetti e incomprensioni, rivalità e malinconie in un trentennio che, in un ideale coast to coast, dagli anni 70 arriva alla metà degli anni 90.

Vivo metà della mia vita nel mondo reale e metà al telefono

Eve, organizzatrice di eventi, Georgia, direttrice di un celebre magazine femminile, e Maddy, attrice di soap opera: tre diverse personalità, tre modi opposti di rapportarsi alla vita e agli affetti famigliari, tre legami saldi e fragili al contempo che si trovano a fare i conti, ognuna a suo modo, con la malattia del padre anziano, depresso ed eccentrico, amante della bottiglia e paziente on/off di  case di riposo e ospedali. È la voce di Eve che, dalla sua infanzia fino al tempo presente, ricorrendo a continui flashback, porta il lettore dentro la storia dei Mozell: un percorso accidentato e ricco di nevrosi, di personalità eccentriche e di episodi spassosi ma che non smettono mai di fare riflettere, naturalmente tra un trillo e l’altro del telefono.

Il telefono squilla di nuovo. Dovrei lasciarlo squillare, ma non posso. Probabilmente avrei bisogno di un programma in dodici fasi per liberarmi dell’abitudine di rispondere al telefono…

Da Los Angeles a New York:  la separazione dei genitori, le ripercussioni sulla vita privata, gli eccessi paterni, i sensi di colpa, le relazioni problematiche, i figli adolescenti, gli impegni lavorativi…una tragedia? Affatto! Le sorelle esistono per questo perché, nonostante le gelosie e le incomprensioni, basta alzare la cornetta per riunire la famiglia a discapito delle distanze e trovare il conforto di cui si ha bisogno.

Avviso di chiamata è un romanzo ironico in cui la leggerezza diventa l’approccio migliore per trattare tematiche difficili – che tutti, almeno una volta nella vita, si sono ritrovati ad affrontare –  e la complessità dei rapporti famigliari, tratteggiata in maniera magistrale, diventa un divertissement che conquista e stupisce.

L’amore – mio padre fece spallucce. – Puoi anche essere sposato con uno che non ami, ma non con uno che non ti piace.

Sono dolori, sono abbandoni, sono malattie, sono frustrazioni, ma sono anche gioie, successi, amori che, grazie allo stile asciutto ed essenziale della Ephron – che ricalca esattamente quello di una telefonata e che rende la narrazione fresca e scorrevole – fanno si che il lettore diventi complice delle protagoniste e sia spettatore attivo delle loro vicende.

Odio l’avviso di chiamata. Senti un bip, dici “aspetta un attimo” e, nel frattempo, l’altra persona se ne sta lì come un idiota mentre tu decidi se la nuova telefonata è più importante della vecchia. Credi che non abbia niente di meglio da fare che aspettare?

Testo di Ursula Beretta

 

 

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