Bambini che sanno auto-intrattenersi e bambini che…invece no
Dei bambini mi affascina la capacità di estraniarsi da quello che li circonda, entrare in un mondo tutto loro e giocare, parlare da soli, fare versi, senza richiedere alcuna interazione con gli adulti. La capacità di autointrattenersi, insomma. Con una macchinina o con un pupazzetto di mezzo centimetro uscito dall’ovatto Kinder oppure con le costruzioni. Il mio secondogenito ha questa capacità, forse perché è nato per secondo e, per definizione, i secondi sono abituati fin dalla nascita a ricevere meno sguardi. Di approvazione, di controllo, di ammirazione. Meno ‘oooohhh’, ‘ma sei bravissimo!’, ‘che cosa stai costruendo?’, ‘giochiamo insieme?’. La mia teoria è che i secondi, non avendo la quantità straboccante di attenzioni che hanno i primi, imparano immediatamente a non contare – almeno per il gioco – su noi adulti.
Coi primi abbiamo una specie di ansia da prestazione che perdiamo quando arriva il secondo figlio, soprattutto perché non abbiamo più tutto il tempo che avevamo a disposizione prima. Coi primi ci sentiamo genitori migliori se ci mettiamo carponi a fare versi sul tappeto fin da quando sono in fasce. E loro ci vedono, si abituano, e se non hanno quegli sguardi di cui parlavo sopra li reclamano, gli sembra anomalo che un gioco lo si faccia da soli, SENZA INTERAGIRE CON GLI ADULTI. Esattamente come fa mia figlia, la mia primogenita. Che non finisce un disegno senza che mi abbia fatto mille domande nel frattempo: ‘di che colore vorresti che facessi i capelli della principessa?’ ‘Mamma, guarda!’ E appena vede che tento di posare lo sguardo su Vanity Fair mi incalza: ‘Mamma, non voglio più disegnare, facciamo il gioco del solletico?’, ‘giochiamo a pat-a-cake?’, ‘facciamo che io sono la dottoressa e tu la paziente?’ Figurarsi, io che DETESTO i giochi di ruolo….ma anche una serie di altri giochi infantili. Mi presto perché sennò mi sento in colpa ma con malcelato sguardo di sofferenza tra me e me penso ‘che p♠♣♣e!’ Succede anche a voi?
Da un lato ho il mio piccolo che mi ignora (e io lo adoro per questo!), trafficando coi suoi giocattoli in totale autonomia, dall’altra la mia grande che tenta di convincermi a baciarla come un principe dopo aver fatto un giro di valzer insieme in mezzo al soggiorno.
Eppure so che verrà un giorno in cui sarà la mia primogenita a ignorarmi sul serio, perché preferirà le sue amiche a me, e io avrò una nostalgia tremenda di lei che mi prepara un finto tè che io devo far finta di bere da una tazza di plastica fucsia…
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