Come capita la vita

Avete voglia di passare qualche ora leggera – ma nell’accezione intesa da Calvino, laddove la leggerezza è intuitiva, profonda, perfetta per modificare la realtà – e di abbandonarvi alla compagnia di un romanzo lieve e intenso insieme, che vi lascerà piacevolmente colpiti e, magari, ricchi di una nuova consapevolezza?

Come capita la vita di Elisabetta Cirillo, edito da Sperling&Kupfer, è il libro che fa per voi: poco più di 150 pagine che lasciano un sorriso solo un filo amaro, che sanno di vita, di strade scelte, di passi che indugiano, di una forza unica.

E di amicizia.

Si, di quell’amicizia che salva la vita, quella bella, viscerale, quel legame intenso che come ho fatto prima da sola?, un sentimento puro e sincero e avvolgente, che ti porta oltre, che diventa lo specchio di quello che sei veramente e ti fa dire, ok, ce la posso fare, ci sono io, ci sei tu.  

Cecilia, sposata con Adriano, cardiochirurgo in ascesa, è una trentenne che ha chiuso dietro la porta del suo bell’appartamento borghese i sogni artistici e i batticuori dell’adolescenza per diventare silente spettatrice della vita del marito: perfetta, bionda ed elegante, la compagna ideale di un uomo in carriera, senza grilli per la testa e con il sorriso sempre stampato sul viso.

Ma Cecilia ha lottato nel corso dei suoi anni, per essere accettata e per imporsi, sempre un filo indietro rispetto ai compagni, non abbastanza bella, mai troppo benestante, troppo poco sicura di sé, pragmatica suo malgrado nella scelta di un lavoro come agente immobiliare, poche sorprese e uno stipendio certo a fine mese. Ma il matrimonio sembra avere pareggiato i conti con le rinunce passate: sembra, perché Cecilia è l’ombra di un uomo nel quale non riconosce più la persona di cui si è innamorata, è poco più che un’ottima padrona di casa e, soprattutto, è la copia sbiadita della ragazza che era in passato, senza prospettive, senza passioni.

Sarà l’incontro fortuito con Vera a farle prendere coscienza della piatta realtà nella quale si trova, saranno poche parole, pronunciate nel corso di una serata di gala da una ragazza capace di sconfiggere una malattia aggressiva e di tornare a respirare con una gioia nuova, a confonderle i piani e a farle mettere tutto in discussione.

In primis, l’amore.

Stringiamoci più vicini: quando lo facciamo non c’è più il vuoto, non c’è più buio, solo due braccia calde pronte ad accoglierci. Non abbiate paura di appoggiarvi gli uni agli altri.

Semplice eh? Sì ma non così scontato.

In un mondo di apparenze, dove le frasi non sono più pronunciate ma lette sul vetro di uno smartphone e non restituiscono nessuna interezza ma solo l’accenno di un brivido poco reale, anche un piccolo gesto come un bacio rubato può diventare un boomerang che ti obbliga a fermarti e a modificare ogni cosa.

E devi farlo.

Alla fine la vita tu provi a impostarla, a darle una direzione ma lei è testarda, fa ciò che vuole, anzi, fa ciò che le capita, disfa i piani e li rifà cento volte. Non è colpa nostra, il nostro compito è semplicemente fare il meglio che possiamo con le carte che ci sono capitate e, soprattutto, avere il coraggio di pescare la carta vincente, di non lasciarla sul tavolo per paura di non saperla giocare bene. 

Romanzo d’esordio di Elisabetta Cirillo, bresciana, classe 1986, una passione per lo yoga e una malattia sconfitta con la forza di un leone, “Come capita la vita” ha il dono di smuovere sentimenti e impressioni che noi tutti custodiamo nel nostro profondo e che spesso, per le più svariate ragioni, decidiamo di tenere celati. Ma a volte è sufficiente un amico – o un libro, in questo caso – per aiutarci a fare quel passo, per andare più in profondità con i nostri pensieri, per uscire da un destino che pare scritto nostro malgrado e che, invece, è più semplice modificare di quanto si creda.

Un libro che non insegna nulla ma che scopre, porta alla luce e lo fa con una mano leggera, con uno stile essenziale, con la consapevolezza lieve della gratitudine che dobbiamo sempre alla vita, comunque essa vada, perché la vita è dura ma è anche bellissima.

Banale, certo, ma dovremmo ricordarcelo un po’ più spesso…

Testo di Ursula Beretta

 

 

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