Così fan tutte….tranne me
Mamma di una compagna di Olli: Allora a settembre cosa fai fare a Olli? Perché non la iscrivi a un corso di gioco-danza?
Io: Massì, perché no. Sarà un modo per fare un po’ di movimento dopo la scuola.
Mamma di un compagno di Bibo: A settembre iscriviamo i bambini al corso di calcio dell’oratorio?
Io: Sììì, che bell’idea! Bibo adora dare calci al pallone, si divertirà un sacco…già me lo immagino.
Settembre. La mia primogenita quest’anno frequenta l’ultimo anno di scuola materna, ha 5 anni, è ormai una signorina e ritengo sia abbastanza matura e consapevole per poter finalmente intraprendere un’attività ricreativa dopo la scuola. Lei vuole fare danza. Del resto Matilde la fa, Vittoria la fa, Ginevra la fa…quindi vuole farla anche lei. E poi in effetti mi sembra seriamente interessata. Bene, nell’attesa che sia abbastanza grande per poter frequentare un corso di propedeutica serio, decido di iscriverla a un corsetto di gioco-danza vicino a casa. Arriva il giorno della lezione di prova. Mi metto buona buona a sbirciare da un angolino e, con mio grande disappunto, scopro che il corso di gioco-danza altro non è che un gruppetto eterogeneo di bambine di 3, 4 e 5 anni che seguono (anzi, che dovrebbero seguire) le indicazioni di una presunta istruttrice che le fa saltellare a ritmo di improbabili canzoncine per bambini. Le treenni – come è normale per le bambine della loro età – vagano per la sala per fatti loro senza ascoltare minimamente; le quattrenni interrompono la maestra ogni 3 secondi facendo domande nonsense a ogni nuovo esercizio illustrato. E mia figlia, realmente ansiosa di avere istruzioni ed eseguire gli esercizi, forte di quel po’ di capacità di concentrazione che ha guadagnato in questi anni di vita, è lì seduta sul pavimento di linoleum, con lo sguardo di speranza e la testa appoggiata alle ginocchia, aspettando che la maestra ripristini l’ordine in sala. La prova è sicuramente servita a capire che quel posto non era all’altezza delle nostre aspettative e che a Olli non avrebbe insegnato un granché.
Il mio secondogenito frequenta invece il secondo anno di scuola materna. Per qualche strana regola delle scuole dell’infanzia, ai bambini della sua età non è più concesso il pisolino post-prandiale. Di cui però Bibo ha ancora bisogno: lo vedo nel week-end, quando continua a spararsi le sue 2 ore di sonno dopo il pranzo. E, ahimè, lo vedo quando esce da scuola, col dito in bocca e la palpebra a mezz’asta o che addirittura cade inesorabilmente mentre lo porto a casa da scuola in bici. Ebbene, mi sono bastati pochi giorni di back to school perché anche il mio progetto di iscriverlo al tanto agognato (più da me che da mio figlio) corso di calcio dell’oratorio crollasse miseramente. Mio figlio non è arrivato (sveglio) neanche alla lezione di prova.
Queste esperienze mi hanno insegnato due cose:
1 – che – come dice la mia amica Benedetta – ogni bambino è diverso dall’altro, anche all’interno della stessa famiglia: c’è quello che salterebbe su un tappeto elastico dalle 7 del mattino alle 10 di sera e quello che invece ha bisogno di un attimo di decompressione durante la giornata. I figli vanno osservati e ascoltati, rispettando i loro tempi e i loro ritmi.
2 – che i corsi extra-scolastici sono spesso organizzati da persone senza un grande senso etico, più interessate a guadagnare che a insegnare ai bambini uno sport o un’arte con metodo, tecnica e, soprattutto, con serietà.
EPILOGO: Olli avrebbe voluto continuare il corso di gioco-danza nonostante tutto, e allora abbiamo fatto un patto: le avrei comprato un bel tutù, delle scarpette da ballo VERE e le avrei fatto danzare Il lago dei cigni anche tutti i giorni…nel soggiorno di casa. Senza treenni intorno a distrarla.
Il corso di calcio mio figlio lo farà magari l’anno prossimo, quando sarà più grande e avrà metabolizzato l’assenza del pisolino. Quest’anno dopo la scuola tornerà semplicemente a casa a giocare con le sue macchinine, attività che al momento ama più di ogni altra.
condivido pienamente. Mia figlia di tre anni e mezzo frequenta una scuola materna dove le attivita’ che progongono ogni giorno sono le piu’ varie oltre a musica, inglese e nuoto una volta alla settimana. Nonostante questo ci sono dei suo compagni che dopo la scuola, quindi alle 4.30 e alle 5, fanno sport e corsi di ogni tipo. Io lo trovo allucinante, forse sono le mamme o le tate che non sanno come intrattenerli? E in ogni caso un po’ di sana noia non puo’ far altro che stimolare la fantasia di un bambino.
Sono assolutamente d’accordo con te!