Dichiarazione d’indipendenza

Nella mia uneventful life delle ultime settimane (adoro gli anglosassoni, che in una parola riassumono un intero concetto), sempre confinata in un paesino del sud, in realtà un evento c’è stato.

– squilli di trombe, rullo di tamburi – 

l’emancipazione del mio secondogenito dal pannolino (Alleluia!).

Il tutto è avvenuto 3 giorni fa. Ho posticipato e posticipato più che ho potuto: memore della noiosissima esperienza con la mia primogenita non avevo il coraggio di cominciare la seconda guerra d’indipendenza da pannolino con i suoi “devi fare la pipì?” ripetuti ogni 20 minuti, ovunque ci si trovi; con le pipì (e cacche) addosso nei luoghi più sbagliati e nei momenti peggiori (vedi mentre sei in fila al supermercato o lontano da casa e puntualmente senza cambio di mutande nella borsa). Ho messo la testa sotto la sabbia finché ho potuto, fosse stato per me probabilmente Bibo avrebbe tenuto il pannolino fino a 18 anni. Decisivo è stato l’intervento del padre del mio secondogenito, uomo risoluto che prende in mano la situazione senza tergiversare, che affronta i problemi a testa alta e che così, venerdì pomeriggio, dopo la merenda, ha sfilato ufficialmente il pannolino a Bibo, gli ha messo un simpatico slip con la faccia dell’Uomo Ragno sul davanti e lo ha briffato come un coach coi suoi atleti nello spogliatoio “mi raccomando, se senti che ti scappa la pipì chiama mamma o papà e di’ mi scappa la pipiììì“. Io già mi figuravo il pater familias che dopo il week end tornava spensierato nella metropoli lasciando me al paesello ad affrontare, con le temperature subtropicali di questi giorni, settimane di pipì sul pavimento e occasioni perse di gite alla toilette. E invece il mio secondogenito, con l’istinto di arrangiarsi che è proprio dei secondogeniti, esseri umani di poche chiacchiere e molti fatti – loro assimilano già nel ventre materno la consapevolezza che non avranno mai le attenzioni smodate e strabordanti di cui hanno goduto i loro fratelli maggiori quindi meglio arrangiarsi, perché chi fa da sé fa per tre – di pipì e cacca addosso ne avrà fatte 3 in totale dopodiché, senza che neanche glielo chiedessi mezza volta, ha cominciato con disinvoltura a pronunciare la frase dei miei sogni “mamma, mi scappa la pipì” e in 48 ore abbiamo portato a casa il risultato. 48 ore, non scherzo. Con Olli ci sono volute circa 2 settimane e 1 anno di pannolino la notte. A suo fratello ho tolto da subito il pannolino anche la notte e non ha fatto una grinza: da 3 giorni, dopo 9 ore di sonno, si sveglia asciutto asciuttissimo. 

Pampers, Huggies, pannolini dell’Esselunga 2-pacchi-al-prezzo-di-1-e-mezzo, per pupù liquida, per pupù solida, pull-up, ultra-assorbenti, ultra-sottili il nostro viaggio insieme finisce qui, addio per sempre! A non rivederci mai più, dieu, goodbye, auf wiedersehen. Finalmente potrò allocare il budget consistente che per quasi 4 anni ho investito su di voi in qualcosa di più ludico, finalmente, chessò, potrò permettermi un taglio dal parrucchiere delle it-girl milanesi Davide Diodovich e andare a vedere con i miei occhi il suo favoloso studio déco in centro. Non intaserete mai più le mie valigie delle vacanze. Non sarete più il mio peggiore incubo e la mia ossessione del week-end di ferragosto coi supermercati e le farmacie chiuse. Via libera alle mutande. Finalmente potrò sbarazzarmi del fasciatoio e della sua mole ingombrante. Niente più paura che in piscina avvenga l’irreparabile. Questa famiglia dichiara ufficialmente la sua indipendenza! Momsabouttown

 

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