L’estate in cui ho…scollinato
Se fino alla scorsa estate la situazione è stata questa, un anno dopo molto è cambiato: le vacanze al mare con due bambini non sono state l’incubo (o giù di lì) che ricordavo. La fatica fisica e mentale è diminuita proporzionalmente all’aumentare dell’autonomia dei miei figli.
Posso dire con sollievo (e un pizzico di malinconia) di avere SCOLLINATO.
Ho realizzato che, a quasi 7 e quasi 6 anni, i miei figli non dipendono più totalmente da me e dalle mie attenzioni costanti. Hanno imparato a fare da soli molte cose. Molte di più rispetto all’anno scorso e di più ancora rispetto a 2 estate fa. Per rendere la mia vita con loro più leggera e fluida. Ok, sono ancora io a spalmargli la crema ogni santo giorno, ma la doccia dopo il bagno in mare la fanno ormai da soli. Si mettono – udite, udite – e si tolgono il costume da soli e non hanno neanche più voglia di giocare con secchielli e palette, per cui non devo arrivare in spiaggia barcollante e traboccane giocattoli come un venditore ambulante. Gli basta una maschera o al massimo un retino per trastullarsi tutta la mattina.
Sì, ho finalmente scollinato.
Grazie al corso di nuoto praticato tutto l’inverno, hanno imparato bene a nuotare o quanto meno a stare a galla senza affogare. Con la conseguenza che io posso restare sotto all’ombrellone con un Vanity Fair fresco di stampa lanciando di tanto in tanto un’occhiata per tenere d’occhio le loro testoline tra le onde.
Rimando (aimè) alla prossima estate l’archiviazione definitiva dei capricci: pensavo che alla loro età li avremmo già dichiarati come estinti per sempre e invece sono sempre lì, costanti e martellanti. Più fastidiosi e irritanti delle zanzare. “Mamma, Olli ha il retino più bello”, “Bibo mi dà fastidio!”, “Non voglio più mangiare le melanzane e non voglio più fare parte di questa famiglia”.
Vabbè, non importa. L’importante è che senta di aver tutto sommato SCOLLINATO.
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