Il dramma della gelosia
You bring me sorrow you cause me pain
Jealousy when will you let go? (Queen)
Ogni giorno a casa mia va in scena il dramma della gelosia.
Avevo messo in conto che Olli avrebbe sofferto dell’arrivo di Bibo e mi ero ripromessa di fare il possibile per renderle l’ingresso in casa del fratello meno traumatico possibile. Del resto ci ero passata anch’io, la cosa non mi avrebbe colta impreparata. I miei primi ricordi d’infanzia sono proprio legati allo shock per l’arrivo di mia sorella. Da quando ho memoria ricordo la sofferenza lacerante, la sensazione di abbandono tradita dal mio succhiarmi il pollice. E la tragedia si alimentava e si consumava tutta nella mia testa perché gli adulti attorno a me, i miei punti di riferimento, non avevano minimamente cambiato atteggiamento nei miei confronti: l’affetto che mi dimostravano quando ero ancora figlia unica continuavano a dimostrarmelo ora che non lo ero più, anzi, forse erano ancora più prodighi di attenzioni temendo che io mi sentissi un po’ messa da parte. Comunque quello che mi raccontano e che io – ero veramente piccola – non ricordo è che passavo il tempo a meditare imboscate, modi fantasiosi per sbarazzarmi dell’intrusa, quella che mi aveva spodestata a tradimento: se si andava a fare una passeggiata in montagna chiedevo se la si poteva abbandonare nel bosco, se si rimaneva tra le mura domestiche ogni occasione era buona per mettere a rischio la sua incolumità. Più lei era tranquilla e sorridente nei miei confronti, abituata da subito a condividere beni materiali e immateriali, più io ero indispettita da quell’imperturbabilità. Il fastidio della sola sua presenza mi era insopportabile. Con mia grande sorpresa, quando Bibo è entrato in casa Olli non è cambiata di una virgola, è rimasta la bambina di sempre: pacifica, accomodante, incline alla condivisione. Quello che covava la serpe in seno già in fasce era Bibo! Lo sturm und drang che mi aspettavo travolgesse lei ha travolto lui! Un bambino tanto socievole e gioioso con gli altri bambini quanto pronto a prendere a testate la sua sorella maggiore a ogni occasione. La presenza di sua sorella lo rende nervoso e intrattabile. Non sono una psicologa, credo che certi fenomeni siano fisiologici e vadano a posto col tempo ma avendo vissuto il suo dramma non posso che essere solidale e tentare di alleviare il suo dolore in tutti i modi possibili. Scavando nella memoria, una cosa che mi placava nei momenti di odio massimo verso mia sorella ricordo che era passare del tempo da sola con mia madre, fare qualcosa che includeva solo me e lei. E quindi, quando capita, faccio una piccola fuga dalla routine assieme al mio secondogenito che, come da clichet del maschio italiano mammone, è attaccato a me molto più di quanto lo sia al padre (ah…quanto sguazzo in certi clichet!).Questa volta l’occasione di fuga a due ci è arrivata da Lego, che ci ha invitati a trascorrere insieme ad altri genitori e bambini una giornata in campagna, in una fattoria didattica piena di animali: tra questi anche criceti e cinghiali, che Bibo non aveva mai visto da vicino. Accarezzare gli asinelli, dar da mangiare ai vitellini e poi arrampicarsi su enormi animali di legno tipo cavallo di Troia è stato terapeutico per lui quanto giocare tra centinaia di mattoncini Lego Duplo che, assieme ai supereroi e alle macchinine, rimangono il suo gioco preferito.
So che Olli e Bibo dovranno convivere con l’orrenda piaga della gelosia ancora per qualche anno, sarà dura, ma vuoi mettere quando se la saranno lasciata alle spalle per trovare finalmente un tesoro di valore inestimabile che è poi l’essenza della fratellanza: la complicità?
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