Il mondo in mano
Il giorno in cui mi sono laureata ho sentito di avere il mondo in mano, pronto per essere preso a morsi come una mela Granny Smith lucida, verde e senza ammaccature. Ho sentito nettamente che la mia vita stava prendendo un altro corso, che da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima e io non vedevo l’ora di tuffarmi in tutte quelle novità annunciate. Ora che ho due figli e la fatica dei primi tempi è ormai alle spalle mi sento di dire che sto riprovando quella stessa sensazione di cambio di pelle. Non è che io mi senta cambiata perché ho due figli e non sto dicendo che grazie a loro sono diventata quello che non sono mai stata prima: paziente, organizzata, multitasking.
Urlo quando c’è da urlare (sì, lo so che i manuali di psicopedagogia insegnano che non bisogna MAI alzare la voce coi bambini: io ho capito che è l’unico modo per farmi ascoltare, in certi momenti. Del resto lo facevano anche i miei genitori con me e i mie fratelli e mi pare di essere cresciuta mediamente sana ed equilibrata); a volte mi dimentico di leggere le chat della scuola e di dare la merenda ai miei figli.
Urlo quando c’è da urlare (sì, lo so che i manuali di psicopedagogia insegnano che non bisogna MAI alzare la voce coi bambini: io ho capito che è l’unico modo per farmi ascoltare, in certi momenti. Del resto lo facevano anche i miei genitori con me e i mie fratelli e mi pare di essere cresciuta mediamente sana ed equilibrata); a volte mi dimentico di leggere le chat della scuola e di dare la merenda ai miei figli.
Però, stando assieme a questi due piccoli esseri umani curiosi, brillanti e sempre più indipendenti mi sembra che la mia vita abbia preso un nuovo corso ancora, come se avessi davanti una lavagna pulita su cui cominciare a scrivere. Mi sento ringiovanita (ebbene sì!), ricettiva, più intraprendente, più disponibile a uscire dalla mia comfort zone. Mi sembra di avere, ancora una volta, il mondo in mano. Ma con nuovi presupposti.
Ho nuove consapevolezze di cui mi stupisco io per prima: un’idea del lavoro più flessibile e sostenibile; il volermi cucire addosso, senza adeguarmi alle regole altrui, la vita che sta meglio a me e alla mia famiglia, anche a costo di qualche rinuncia.
Mi sembra che i giochi non siano ancora fatti e che tutto possa cominciare proprio ora e alle mie regole.
Olli e Bibo crescono, osservano e io con loro, attraverso i loro occhi. E ho voglia di imparare cose che ancora non so, in modo da anticipare le loro domande, che arriveranno sempre più frequenti e saranno sempre più argute.
E io non voglio che mi colgano impreparata.
brava amica la penso esattamente come te!