In salute e in malattia…

In quattro anni di matrimonio e mammitudine non mi sono mai ammalata. Non una linea di febbre, non un raffreddore. Mai neanche un mal di denti o un’appendicite. Vado abbastanza fiera del fatto che sono tendenzialmente poco cagionevole, ho la cosiddetta ‘pellaccia’. Buon per me, perché sono pure una che tende a minimizzare e a sdrammatizzare, con la conseguenza che spesso sottovaluto il pericolo e sono poco prudente, mettendo a rischio la mia salute. La settimana scorsa, inaspettatamente, mi sono ammalata. Di uno di quei malanni subdoli alle vie respiratorie che se li sottovaluti puoi anche finire all’ospedale. Molto destabilizzante per una come me che usa farmaci solo se strettamente necessario e che fa parte della scuola di pensiero del “fra qualche giorno passerà da solo”. Ma la cosa più destabilizzante era la consapevolezza che se fossi stata single potevo mettermi a letto con una pila di riviste e una tisana calda fino a quando non fossi guarita e invece nella mia condizione attuale non potevo: c’erano i figli da lavare, vestire, accompagnare a scuola, intrattenere come se fosse tutto normale, secondo la solita tabella di marcia. Ecco, ammalarsi con due figli piccoli è davvero poco raccomandabile, è il peggio che ti possa capitare. Nei ricordi della mia infanzia ma anche in quelli più recenti, era sempre mia madre che accudiva tutti quando ci ammalavamo noi tre oppure mio padre; raramente era il contrario anzi, in effetti non è mai stato il contrario! Anche perché non ricordo che mia madre si sia mai ammalata. O forse, temendo quello che la aspettava, ha sempre cercato di non ammalarsi mai. Ecco…tutto torna, adesso.

The show must go on e io ho, ovviamente, dovuto fare come se fossi in piena forma. Ma una cosa ha addolcito la situazione: il fatto che Enne si preoccupasse per me e fosse pieno di premure. Ci conosciamo da soli 5 anni e non avevo mai avuto l’occasione – perché l’occasione non si era mai palesata – di vederlo in ansia per la mia salute. Prima di lui non ricordo uomini – a parte mio padre – che abbiano mai dimostrato di avere a cuore la mia salute, quelle poche volte che mi sono presa un malanno, e scoprire questo lato del carattere dell’uomo che ho sposato, bè, mi ha confortato: era una qualità che sognavo che il padre dei miei figli avesse. Ok, dalla sua bocca è uscita anche qualcosa tipo “mi raccomando, cerca di guarire presto…anche perché per motivi logistici non possiamo permetterci che ti ricoverino in ospedale” ma in generale l’ho visto sinceramente in pena e molto accudente nel ricordarmi di fare l’aerosol, di indossare una maglia in più prima di andare a letto, nel mandarmi messaggi dall’ufficio in cui mi chiedeva aggiornamenti sullo stato della mia tosse. Potevo contare su di lui anche da quel punto di vista.

La mia malattia ha coinciso col nostro quarto anniversario di matrimonio. Volevamo uscire e provare un ristorante gourmet appena aperto. E invece abbiamo cambiato i nostri programmi: Enne tornando dall’ufficio si è fermato in pescheria ed è tornato a casa con ostriche e saraghi. Sulla strada di casa si è anche fermato a comprarmi dei fiori e abbiamo passato il nostro anniversario a mangiare ostriche e saraghi arrosto sul divano, davanti a una puntata di Le regole del delitto perfetto.

 

 in salute e in malattia, finché morte non ci separi

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  1. drusilladeserto ha detto:

    Buona guarigione a te! Auguri per il vostro quarto anniversario! E che bello avere un uomo che si preoccupa per te, anche mio marito è sempre molto attento alla mia salute e quando sono malata mi vizia un po’.
    Io adoro Le regole del delitto perfetto.
    Un abbraccio

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