A noi

A noi, che ci abbracciamo in cucina appena svegli e con gli occhi cisposi, prima del caffè.

A te che mi lasci liste di cose da fare o da comprare e a me che puntualmente perdo le liste e mi dimentico qualcuna delle cose da fare o da comprare.          

A te che mi ricordi di prendere l’aspirina e a me che piace molto questa cosa perché nessun uomo prima si era realmente interessato dell’andamento dei miei mal di gola.

A noi che abbiamo i figli che abbiamo sempre sognato, che ogni tanto sogniamo di lasciare ai nonni per scappare lontano.

A te che se non ho comprato il latte fresco vai in tilt e a me che ‘se i bambini bevono il latte a lunga conservazione un giorno della loro vita non casca mica il mondo’.

A noi due che, messi a letto i figli, ci acciambelliamo sul divano come gatti per guardare un film e io puntualmente mi addormento mezzora prima della fine.                                                                                                      

A te che sei il mio primo lettore e il critico più sincero e a me che scrivo ogni post pensando a te che lo leggerai. 

A noi due, che litighiamo e ci mandiamo a quel paese perché tu ti ostini a definirti un esperto di design mentre io mi ostino a ricordarti che sei un esperto di numeri ma di design non capisci un accidente e almeno una volta al mese ho una crisi isterica per le sedie orrende che mi hai imposto nel soggiorno, reperto archeologico della tua vita prima di me, che io vorrei buttare dalla finestra assieme a quel quadro finto astrattista che troneggia all’ingresso.

A te che che sei un infallibile addetto al mio recupero crediti e mi mandi wathsapp per informarti se tizio o caio mi hanno pagato. E a me che puntualmente ti rispondo ‘ancora no’.

A noi due che non vediamo l’ora che i figli crescano ancora un po’ per andare tutti insieme in Estremo Oriente, oppure in Canada, negli Stati Uniti, in Giordania, in Nuova Zelanda…

A noi due che cerchiamo con ogni mezzo di accoppiare i tuoi amici single con le mie amiche single.

A noi due che siamo il poliziotto buono (io) e quello cattivo (tu) per tutto quello che concerne le rotture di scatole della routine coi figli: fare in modo che si lavino i denti; che stiano seduti a tavola composti; che finiscano tutto quello che hanno nel piatto; che escano dalla vasca da bagno prima di avere i polpastrelli bianchi e raggrinziti.

La coppia, nonostante rappresenti un’anomalia nello schema evolutivo, è il modo migliore per sentirsi a casa.

                                                                                                                           (Wednesday Martin, antropologa)

A noi, che insieme ci sentiamo ‘a casa’.

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6 Discussion to this post

  1. Katja brinkmann ha detto:

    Da pelle d’oca Troppo bello

  2. Eulalia ha detto:

    Che bello….emozione

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