La favola della scuola perfetta
C’era una volta una ingenua fanciulla un po’ stralunata che per la prima volta si apprestava a scegliere la scuola (materna-elementare-media) per i suoi bambini. Vivendo in un mondo ormai globalizzato e in un Paese allo sfascio in cui la fuga di cervelli è all’ordine del giorno, per la sopravvivenza dei suddetti cervelli, pensò che la scelta migliore fosse una scuola che offrisse lo studio dell’italiano e dell’inglese insieme.
La fanciulla, cresciuta in un paesino in cui di asilo ce n’era uno (ma anche di scuola elementare e scuola media), non poteva credere ai suoi occhi di fronte all’offerta vastissima che le si presentava davanti: c’era la scuola che dà priorità all’inglese ma che insegna anche l’italiano; la scuola 50% e 50%; la scuola cattolica tradizionale che però aveva sviluppato la sezione bilingue; la scuola francese che però insegna anche l’inglese e l’italiano; la scuola Steineriana bilingue e la scuola bilingue col metodo Montessori.
La fanciulla, sgranando gli occhi, pensò: ma è meraviglioso! Troverò sicuramente quella che fa per me!
Cominciò a visitarle ad una ad una e alla fine di tutte le visite, dopo un iniziale entusiasmo, sconsolata, concluse quanto segue:
- tutte quelle scuole avevano attrezzature e strutture fantasmagoriche ma la retta di ognuna era paragonabile a quella che la fanciulla aveva pagato per frequentare (per 4 anni e non per un percorso scolastico dall’asilo alle medie) l’università privata in cui si era laureata. (Ma come, non esiste una scuola pubblica bilingue?! NO, non esiste!)
- quasi tutte quelle fantasmagoriche scuole erano ben fuori dalla cerchia dei Navigli ma niente paura, per raggiungerle veniva proposto un servizio di autobus costoso quanto una borsa di Chanel (meglio 1 borsa di Chanel all’anno per 10 anni o mandare con l’autobus i bambini a scuola?! Borsa di Chanel e metrò, evidentemente!)
- iscrivere i propri figli a questa o a quella scuola ha una valenza di status sociale (il papà fa il professore universitario? il figlio va al San Carlo; la rockstar? St. Louis; il calciatore del Milan? B.E.S.) e non di semplice convenienza (perché vicina a casa; perché gli insegnanti sono fantastici ecc. ecc.)
- NON iscrivere i bambini ad almeno una di quelle scuole potrebbe fare rima con EMARGINAZIONE dal mondo moderno (ma come, i tuoi figli sanno SOLO l’italiano?!)
- non puoi permetterti di andare a prendere tuo figlio a scuola in tuta perché ad essere emarginata per sempre potresti essere tu, dato che le altre mamme (che non lavorano perché non ne hanno bisogno) si presentano quotidianamente (come dice la mia amica Valentina, compagna di sventura nella ricerca della scuola perfetta) in Louboutin e Birkin di Hermes e rischi anche di finire sulle pagine di CHI struccata e spettinata perché il fotografo in realtà stava mettendo a fuoco la moglie di Ibrahimovic e ha beccato nella foto anche te
- molti genitori risparmiano per anni al fine di mandare i propri figli a quelle scuole per evitare la débacle sociale (della serie non vorrai mica che tua figlia non trovi come fidanzatino alle elementari il figlio del politico tal dei tali o l’erede del re degli editori!)
- esempi di gite scolastiche? New York (costo extra, ovviamente!). Ma le gite scolastiche non si facevano a Pisa, per la torre o al massimo a Verona, a guardare il balcone di Romeo e Giulietta?!
Cosa scelse la fanciulla alla fine?
foto di Miles Aldridge |
TO BE CONTINUED…
STUPENDAAAAAA 🙂