La gabbia dorata
«Aveva giocato a fare il sesso debole per troppo tempo. Era ora di prendere il comando»
Dopo Donne che non perdonano, Camilla Lackberg torna in libreria con La gabbia dorata, edito da Marsilio, romanzo che conferma quanto la scrittrice scandinava sia arrabbiata e intenzionata ad affermare, una volta di più, la sua idea di donna forte, pronta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, coraggiosa e, perché no?, estremamente vendicativa.
Avete voglia di scoprire l’eroina di questa nuova accattivante saga?
Accomodatevi.
La cornice romanzesca è seducente: Faye, la protagonista, ha una vita perfetta, un marito di successo, una figlia splendida e un appartamento di classe nel cuore di Stoccolma ma…l’apparenza inganna e basta una piccolezza, anzi, un tradimento, per costringere la donna a reinventarsi l’esistenza. Se il divorzio la priva di ogni sostentamento e la sua rivale in amore è una versione di sé più giovane e magra, che fare? Prima stordirsi di lacrime, ovviamente, e poi preparare una raffinata e brutale vendetta.
Un romanzo che si legge rapidamente, con una linea costante che accompagna il lettore da una scena all’altra grazie al sovrapporsi continuo di dinamiche temporali che hanno il loro centro in Faye e, soprattutto, per merito proprio di questo personaggio femminile che cambia, si evolve, non si dimentica.
Dal momento che il libro è, naturalmente, un thriller non andrò oltre nel rivelare la trama che deve essere assaporata, vissuta e magari necessita di un po’ di pazienza iniziale per superare le prima pagine ricche di stereotipi su un certo tipo di vita altolocata.
Ma la vera differenza, come in ogni opera della Lackberg, la fa il personaggio femminile, complesso e poliedrico, capace di tenere viva un’attenzione subdola lungo tutto il percorso narrativo. Da donna dimessa, capace di rinunciare a ogni velleità professionale per amore, Faye incontra la disillusione, l’amarezza, la resurrezione e, infine, la vendetta. E ritrova anche le ombre di un passato, il suo, che, seppure nascoste, tornano a farle visita per ricordarle di che pasta sia fatta e quale sia la sua vera natura.
Dimenticate la moglie devota e fate spazio a un opportunismo da manuale, a una forza consapevole condita da tinte noir, a un coraggio a sprazzi illecito e, soprattutto, a una mancanza di scrupoli che rende la donna assolutamente impermeabile a ogni emozione.
Con le sue atmosfere torbide e l’inquietudine dei suoi personaggi, con la continua fascinazione nei confronti di tenebre che appartengono a una storia famigliare dolorosa e mai dimenticata e con l’idea di una vendetta sordida, congeniata e senza scampo, La Gabbia Dorata è un romanzo che non delude. Certo, il continuo insistere sulla società maschilista, sulla donna violata, su un femminismo a tratti esacerbato e troppo semplicistico, sull’ invito alla ribellione per riaffermare il woman power è spesso trattato con faciloneria e invita ad andare oltre.
Ma se amate il genere, potrete godere di una lettura piacevole e non eccessivamente impegnativa.
Testo di Ursula Beretta
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