La resilienza
Ho scoperto che io e Gwyneth abbiamo un bel po’ di cose in comune: siamo entrambe di sesso femminile, per esempio; entrambe siamo nate all’inizio degli anni ’70 (anzi proprio nello stesso anno), siamo entrambe madri di una femmina e di un maschio nati a poca distanza l’uno dall’altro (io però sull’argomento distanza tra i figli, la batto). Entrambe nell’ultimo anno ci siamo ritirate dalle scene: lei si è “consapevolmente disaccoppiata” da Chris, io invece resto consapevolmente-accoppiatissima con Enne ma avevo perso motivazione e passione per il mio lavoro. Entrambe volevamo consapevolmente abbrutirci un po’, passare le giornate struccate e in All Star. Avere il piacere di accompagnare i figli a scuola e andare a riprenderli, portarli a giocare a casa dei loro amici oppure al parco (anche se scommetterei che Gwyneth odia portare i figli al parco almeno quanto me).
Pensare un po’ a noi: io niente cabala e niente yoga però, ché sono un pezzo di legno, solo numerose pedalate in bicicletta.
Entrambe volevamo piangerci un po’ addosso, dare la colpa al mondo, commiserarci con discrezione e senza dover dare spiegazioni (lei a Vanity Fair USA e io a conoscenti e curiosi vari).
Entrambe in fondo volevamo coltivare la nostra creatività, lei scrivere dei libri di cucina con foto stupende di lei e dei suoi piatti, e io realizzare dei polli arrosto belli quasi quanto quelli dei suoi libri di cucina.
Abbiamo fatto entrambe delle gite fuori porta, lei nella campagna inglese e io nell’Oltrepò Pavese (che non ha nulla da invidiare allo Yorkshire) senza l’ansia del lunedì alle porte, io per tornare in ufficio e lei sul set.
Lei a un certo punto è pure diventata vegana, io no, non potrei mai fare questo a me stessa, va bene l’autoflagellazione ma a tutto c’è un limite. Ho scritto, fotografato, ho letto, ho pensato.
Io e Gwyneth in fondo siamo un po’ anarchiche, non ci piacciono le regole stabilite dagli altri.
Entrambe ci siamo felicemente rintanate nelle nostre cucce, coltivando il silenzio. Unico caos ammesso: gli ululati (inevitabili) dei figli.
Non so se anche quelle di Gwyneth ma le mie amiche sono state bravissime a tirarmi fuori ogni tanto dalla tana proponendomi cose ad alto tasso di mondanità a cui non ero più abituata, tipo nonno di Heidi sradicato per una serata dalle sue montagne. A fatica mi sono messa un mascara incrostato e grumoso che era rimasto lì inutilizzato per mesi, ho sfilato le mie pantofolone antisesso di Muji e sono salita sui tacchi. Ho fatto tardi come si conviene e mi sono pure parecchio divertita (forse perché quegli eventi mondani non ero io a organizzarli? forse…).
Non so a quali conclusioni sia arrivata Gwyneth in questi mesi ma io ho capito che il tempo è galantuomo, come dice mia madre, ti fa vedere le cose in prospettiva e ti pacifica. Che può essere bello e salutare stare lontani dal proprio lavoro ma che tutto sommato dopo un po’ quel lavoro può anche mancarti, come gli ex fidanzati che per l’80% della relazione ti hanno deluso e fatto soffrire ma chissà perché, a distanza di tempo, ti ricordi solo quel 20% epico.
Fare la casalinga non mi ha fatto sentire per niente una parassita-inutile-che si annoia anzi, credo che il ruolo mi doni proprio!
Ma la cosa più importante di tutte è che ho capito di avere la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici e ho anche scoperto che questa capacità si chiama resilienza. Anche questo abbiamo in comune io e Gwyneth.
Vabbè, ora vado, mi si sta bruciando il pollo arrosto!
AGRITURISMO Il MELO ROSSO
Via Cà Dè Vecchi, 1, 27040 Fortunago PV
www.ilmelorosso.it
Qs post e' uno spettacolo !!!! Stupendo !!!! Da applauso
Arrivo grazie a Mimma e prometto Che non me ne andrò facilmente!! ;)) bel post e bello il tuo blog!!! <br />
Bello bello bello. MG
Brava Emme, sempre emozionante! (e secondo me nelle foto sei pure + brava di Gw) Fabiana
Stupendo veramente questo post!!!!
Ragazze, che dire, grazie…. 🙂