(Bjork, Swedish Brasserie – Milano) La Scandinavia è vicina
L’altro giorno, per una delle mie serate a cuore aperto con la mia amica Elena, in cui si parla a ruota libera di cosa ci piacerebbe fare da grandi, dell’ultimo film che abbiamo visto e di un nuovo sensazionale stilista di nicchia, sono andata a provare una brasserie svedese che ha appena aperto, in zona Porta Venezia.
In effetti a Milano mancava un posto, che non fosse l’Ikea, in cui mangiare le aringhe affumicate, il salmone marinato o la carne di cervo. Ora c’è, si chiama Bjork e oltre ad essere un piccolo ristorante molto accogliente è anche una gastronomia, quindi se ti prende la voglia di cibo svedese vai in via Panfilo Castaldi e te ne compri una vaschetta. E comunque, in comune con il ristorante dell’Ikea ha molto poco.
Io per gli svedesi e gli scandinavi in generale ho una venerazione e, riflettendoci, anche un sacco di abitudini in comune.
Mi piace percorrere in lungo e in largo la città in bicicletta, da sola o con i figli nel seggiolino, che fuori ci siano 30° oppure -8°, e in qualunque condizione fisica: ho pedalato persino quando entrambi i bambini erano dentro alla pancia e fino al 9° mese di gravidanza, in totale serenità. Pedalo e sento le endorfine sprigionarsi, i pensieri negativi abbandonare la mia testa e i motivetti più svariati uscire dalla mia bocca. Posso canticchiare l’ultima canzone di Taylor Swift come il ritornello di Let it go che ho imparato a memoria a forza di ascoltarlo assieme alla mia primogenita per ore, rigorosamente in versione italiana, quella cantata da Serena Autieri, che secondo me non ha nulla da invidiare a Idina Menzel.
La mia casa da single me la sono arredata come un piccolo nido nordeuropeo, comprando ad uno ad uno su Ebay pezzi vintage di design svedese-danese-norvegese. Quelle linee così pulite, i colori mai aggressivi, quella calda essenzialità a me fanno letteralmente impazzire.
Ho tentato di influenzare Enne, ma lui niente, da bravo maschio alfa ha un’idea del design più simile a quella di Patrick Bateman, il protagonista di American Psycho. E ho detto tutto.
Salmone marinato all’aneto, salsa glavlax alla senape svedese, patate mignon |
Trovare un compromesso, un accordo armonioso nell’arredare la casa coniugale è stata molto dura, ho perso parecchie battaglie e nei miei sogni ricorrenti ci sono io che butto dalla finestra le sue orride lampade di FontanaArte, residuo della sua vita precedente al mio arrivo. Qui lo dico e qui NON lo nego, io ODIO FontanaArte.
Aringhe al gin e ginepro, aringhe marinate alle verdure, aringhe in salsa di senape |
Come gli svedesi non sto lì ad angosciarmi troppo se i miei figli escono senza sciarpa o si buttano nel fango e io non ho a portata di mano le salviettine umidificate (che comunque non ho con me quasi mai). Il mio motto è: tutta esperienza che fortifica!
E come gli svedesi, sono per l’emancipazione rapida dei figli da genitori (…o forse lo dico con tanta convinzione perché i miei figli sono piccoli e poi quando avranno 18 anni e vorranno abbandonare davvero il focolare domestico li incatenerò per non lasciarli andare).
Degli scandinavi amo persino come vestono i bambini: i colori primari e secondari perfettamente abbinati; niente borchie, niente stampe, niente nero. Loro i bambini li vestono…da bambini!
Ogni tanto penso che in una mia vita passata probabilmente mi chiamavo Frida e vivevo a Stoccolma.
Bjork – Swedish Brasserie
Via Panfilo Castaldi, 20
Milano
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