L’amore è semplice
Le donne lo sanno quando sono invischiate in una relazione sbagliata. Lo sentono quando c’è qualcosa che non torna. E di solito, in certe relazioni, le cose non tornano fin dall’inizio ma loro, testarde, preferiscono convivere col dubbio di non essere amate abbastanza. Lasciano che il tempo sfugga loro dalle mani nell’affannosa ricerca della prova che scacci quel dubbio, pur di non ammettere che c’è un’unica cosa da fare: chiudere. Senza ma e senza se.
Prendere coscienza che la persona che hai a fianco non ti mette al primo posto, brucia.
Ché poi è tutto lì il discorso: sentire di essere al primo posto. Sentire di essere una priorità per l’altro. Ma la paura di restare con niente in mano dopo aver investito in un rapporto tempo ed energie, la vertigine di sovvertire la routine che, per quanto tossica, dava conforto e un senso a sé stesse, spesso è paralizzante.
Magari in certi sprazzi di armonia perfetta, di apparente complicità ci si spinge a pensare: facciamo un figlio! Con l’idea ingenua che un figlio sia il catalizzatore supremo dell’amore, metta una toppa a quello che non va, faccia da mastice ai buchi e alle crepe incolmabili che si continuano a ignorare. Perché no? Un bambino porta gioia, non può che dare una svolta a un rapporto, specie un rapporto in crisi. Ma un bambino è la cartina tornasole di una relazione: se questa è solida può scuoterla un pochino, essere un’occasione di assestamento, di radici che diventano più profonde. Se il rapporto è malato allora l’arrivo di un bambino può solo metterlo in evidenza, irreparabilmente. Ne ho incontrate di donne prese a credere che prima o poi il miracolo sarebbe accaduto, che l’uomo che avevano accanto magicamente avrebbe finalmente dato più importanza a loro che ai loro hobby, al gatto, all’amico. Ne ho incontrate di donne che ci credevano ciecamente, crocerossine fino all’esasperazione, psicologhe fai da te nel tentativo di dare un senso a ciò che non aveva senso. Disposte a giustificare l’ingiustificabile. Ed erano donne intelligenti, colte, simpatiche e per tutti questi motivi incapaci di ammettere di non essere amate abbastanza.
Sono stata anche io una di loro, e se solo fossi stata più ancorata alla mia (dis)comfort zone, se solo mi fossi amata meno, ora lo sarei ancora. Le donne lo sanno e io lo sapevo che alla lunga quella certa relazione mi avrebbe debilitata fino ad annientarmi. E avrebbe reso cupo anche l’arrivo di un figlio. Con un colpo di reni ne sono uscita, perché stare da sola non mi ha mai fatto paura e perché altrimenti mi sarei negata la possibilità di trovare una persona che mi mettesse al primo posto e che avesse spalle larghe e piedi ben piantati a terra per farci insieme un figlio.
L’amore è semplice: non sempre ci arrivi subito. L’importante è arrivarci.
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