#MyMomsAboutTown: Simona
Chi di noi non ha sognato almeno una volta di mollare tutto e trasferirsi su un’isola. Un’isola dove poter vivere con poco, a contatto con la natura, seguendo il succedersi delle stagioni, liberi dalle pressioni e dallo stress a cui la città inevitabilmente ci sottopone? Già solo sognarlo ci fa stare meglio. Qualcuno invece questo sogno l’ha realizzato.
Simona, per anni hai lavorato come merchandiser per le più grandi Case di moda, tra Milano e New York. Cinque anni fa l’inversione di rotta. Hai avuto paura di questo cambiamento di vita così radicale?
No, è stata una scelta poco ponderata ma assolutamente voluta. Professionalmente ero insoddisfatta e desideravo cambiare completamente il mio stile di vita. Appena si è presentata l’occasione il mio compagno ed io non ci abbiamo pensato due volte e ci siamo buttati. E’ andata bene.
Com’è crescere un bambino su un’isola come Formentera? In cosa è più facile o più complesso rispetto a Milano?
Il fatto che cresca in un luogo bellissimo, in mezzo alla natura, respirando iodio a pieni polmoni, dove il mare è davvero cristallino e le spiagge sono fatte di sabbia dorata, non può che essere un vantaggio. E poi per sette mesi Rocco può permettersi di fare il pieno di salute per affrontare più forte i cinque mesi a Milano.
Pensi che se fossi rimasta a Milano a fare il tuo lavoro sarebbe stato più complicato conciliare lavoro e famiglia?
Credo che anche se fossi rimasta a Milano mi sarei voluta godere il mio piccolo Rocco per almeno i primi due anni: avrei senz’altro lasciato perdere il mio lavoro per un certo periodo per dedicarmi solo a lui.
Ti manca mai la vita di città, nei lunghi mesi in cui sei sull’isola? Se sì, cosa in particolare?
Mi mancano le cose più banali, il cinema sotto casa, un giro in libreria, un sano pomeriggio di shopping, l’ultima mostra a Palazzo Reale; ma poi a Milano faccio sempre ritorno e così ogni volta la apprezzo un po’ di più e mi rendo conto di amare davvero la mia città, proprio perché, stando lontana per tanti mesi, riesco a vederne soprattutto i pregi.
Sei felice di essere diventata madre dopo i 40 o rimpiangi di non esserlo diventata prima?
Anche se le energie e la pazienza non sono le stesse dei vent’anni, ora sono certa che essere rimasta incinta a quarantadue anni è stata in assoluto la cosa migliore che mi potesse succedere. Prima sarei stata una mamma insoddisfatta: troppe erano ancora le cose da fare, i posti da vedere, gli obiettivi da raggiungere. Rocco è arrivato proprio quando la mia vita era piena di tutte le cose che ho sempre voluto avere ed è venuto a completare il mio disegno di vita, quando ormai non me lo aspettavo più ma anche quando era davvero arrivato il “suo” momento.
C’è qualcosa in cui il tuo fidanzato è più bravo di te nell’educare Rocco? Se sì, come vivi questa cosa?
Alessandro è sicuramente più bravo a farsi ascoltare; riesce ad essere un padre autoritario pur essendo dolce e amorevole. Io mi sciolgo e basta di fronte al mio pupo.
C’è qualcosa della maternità che ti fa sentire inadeguata?
Faccio ancora un po’ di fatica a vedermi come una mamma proprio perché mi sento ancora molto figlia e questa è una forte contraddizione. Ma faccio tutto il possibile per conciliare queste due anime che convivono in me.
Sei una maniaca del controllo oppure deleghi senza problemi?
No, assolutamente. Anzi mi piace delegare cose ad altri e permettermi il lusso di non pensarci affatto. Questo è il vero lusso!
Ti è venuta qualche ansia o mania da quando è nato tuo figlio?
Sono solo più apprensiva; nei suoi confronti ma anche nei miei e in quelli delle persone che amo di più. Rocco ha il diritto di crescere circondato da persone che lo amano e queste hanno quindi il dovere di prendersi cura di se stesse per regalargli tanti sorrisi e tanto amore per molto tempo ancora.
Cosa ti piace fare con tuo figlio?
Tutto e niente. Passo quasi tutto il mio tempo con lui per cui è quasi una vita simbiotica e sono felice sia così. Spero tanto sia un bambino che ama viaggiare, per vedere e condividere in futuro, insieme a lui, questa mia passione che, prima per la gravidanza e poi per la sua tenera età e i problemi che ne conseguono, ho dovuto mettere un po’ da parte.
Cosa invece ti annoia un po’?
Vorrei poter dormire una volta alla settimana per 10 ore, senza dover però andare a letto al tramonto. Un sogno.
Riesci a ricavarti del tempo tutto per te? Cosa fai? Dove vai?
Finora tempo per me ne ho avuto poco. Cerco comunque di non rinunciare a certe piccole cose: la lezione di yoga e quella di tennis, per esempio. E quando si addormenta, se non sono proprio esausta, mi leggo qualche pagina di un bel libro o mi guardo un film.
Cosa ti piace di Formentera, per quanto riguarda la vita con i figli?
Formentera è il posto ideale per crescere un figlio in un luogo sano, senza traffico, in mezzo alla natura, circondati da spiaggia e mare. E poi è l’occasione di regalargli già da piccolo la possibilità di imparare una seconda lingua. Le dimensioni così ridotte dell’isola mi ricordano la mia infanzia nel mio minuscolo paese natio, un’infanzia assolutamente felice proprio perché in una dimensione idilliaca, un po’ irreale. Spero che un giorno Rocco potrà dire la stessa cosa.
E senza figli?
La vita senza figli a Formentera è quella del divertimento allo stato puro, tra aperitivi, cene e feste varie, se si è qui in vacanza. Ma avendo già dato molto sul fronte del divertimento in un passato nemmeno troppo lontano, direi che non mi manca per niente quel particolare status vivendi.
Un posto che ami particolarmente dell’isola?
Il Canapepa, of course!
riesci sempre a scovare storie interessanti. belle bello….