#MyMomsAboutTown: Isabella

Belle le donne che si buttano, audaci, in progetti di vita completamente nuovi. Belle le donne che fanno ACCADERE le cose oltre che sognarle, armate di coraggio ma anche di una sana dose di incoscienza quando non di follia. Per scoprire che non è vero che a 20 anni hai il mondo in mano e della tua vita puoi fare quello che vuoi e a 30 o a 40 invece no. Yes, you can!

 
Isabella, 47 anni, mamma di Leonardo, 10 anni e Ruggero, 
9 anni e proprietaria (assieme alla sua socia 
Vanessa) del bistrot Isa e Vane, a Milano
 
1. Dopo anni di lavoro nella finanza, 10 anni fa decidi di mollare tutto e dedicarti ad altro aprendo una società di catering e, da pochi mesi, anche un bistrot. Quanto la nascita dei tuoi figli ha influito su questa scelta?
Poco, ho cominciato prima che nascessero.
 
2. Quali timori hai avuto (se ne hai avuti) a fare un salto di questo tipo?
Timori TANTISSIMI! Cresciuta in una famiglia borghese dove è sempre stato dato un grosso valore alla stabilità, alla continuità, al lavoro “sicuro”, i timori erano sia razionali, legati alla reale e totale incognita di un lavoro mai fatto prima, sia irrazionali, legati all’educazione famigliare. 
E’ stato però più forte lo spirito della sfida, anche con me stessa. Provarsi su terreni nuovi ti fa scoprire cose che non sapevi di te e ti dà una ventata di energia e di adrenalina.
 
3. Il tuo compagno ti ha sostenuta?
Moltissimo e mi ha spinta a rischiare.
 
4. Hai dovuto sviluppare competenze che non avevi oppure ti è bastato utilizzare quelle che già avevi maturato col tuo lavoro precedente?
Necessariamente ho dovuto sviluppare competenze imprenditoriali e conoscenze nel campo specifico del comparto della ristorazione. Certo mi sono serviti molto i miei studi di economia aziendale e, soprattutto, le esperienze lavorative pregresse.
 
5. In che modo è migliorata la tua vita da quando…l’hai stravolta?
Non ho nessuno che possa licenziarmi J ! E questo è importantissimo….E poi faccio una cosa che mi piace molto, in cui mi riconosco, e mi alzo contenta tutti i giorni. La fatica è tanta, ma almeno è per un mio progetto.
 
6. L’avere dei figli ti ha mai ostacolata nel tuo lavoro?  Ti sei mai trovata a dover fare delle rinunce importanti?
Parlerei di compromessi e non di rinunce. Avere due figli comporta cercare sempre il tempo di seguire i loro studi, gli sport, la loro educazione in generale, e di trovare il tempo da passare insieme rilassati.
Conciliare tutto questo con un lavoro impegnativo come il mio è un esercizio di equilibrismo che si rinnova tutti i giorni ma è stato proprio mio figlio Leonardo, quando aveva 8 anni, a darmi la chiave di lettura: in un momento di grande stanchezza chiesi se avrebbero preferito che rimanessi a casa ad occuparmi solo di loro e Leonardo mi chiese di rimando se mi piaceva il mio lavoro. Alla mia risposta affermativa disse: allora non lasciarlo!
 
7. Tuo marito ti aiuta nella gestione della casa o fai parte dell’ancora folto gruppo di donne che oltre a lavorare si occupano interamente dell’andamento della casa?
Mio marito mi aiuta tantissimo: è lui a portare i bambini al mare d’estate! E poi abbiamo una tata fantastica…
 
8. Sei una control freak oppure deleghi senza problemi?
Delego, delego, delego, delego, delego, delego……..ma poi controllo!
 
9. Ti senti una mamma chioccia o hai un approccio più “nordeuropeo”?
Sono “nordica” dentro. Sono attenta, ascolto e accudisco, ma incoraggio moltissimo l’indipendenza.
 
10. Sei fissata con la disciplina oppure lasci che i tuoi figli facciano quello che si sentono?
Lasciamo loro ampia libertà nelle scelte, scelgono loro come vestirsi, come (s)pettinarsi (ahia!), quali sport praticare. Cerchiamo di guidarli nelle scelte che possono avere un impatto a lungo termine. E soprattutto cerchiamo di insegnare loro che senza impegno non si ottengono risultati.
Imporre comunque non serve molto; è l’esempio che vale più di tutto.
 
11. Cosa ti ha insegnato la maternità finora?
Che ogni figlio appena nato ha già il suo temperamento e la sua indole ben precisa e che non si può fare nulla per modificarla.
 
12. Ti senti più bella e femminile ora o quando non avevi ancora figli?
Più che sentire vedo: ero molto più bella prima dei figli, ma questo non dipende solo dalle gravidanze ma anche dall’età.
 
13. Ogni tanto ti manca la tua vita prima dell’arrivo dei bambini, quando la figlia eri tu?
All’inizio sì, ma ora per niente, mi piace molto averli con noi e poi siamo sempre stati ben attenti a ritagliarci qualche spazio di coppia che non ci facesse sentire “fagocitati” dai bambini. Figlia, poi, continuo a sentirmi: ho una mamma molto affettuosa.
 
14. Cosa ti piace fare con i tuoi figli?
Mi piace moltissimo stare sul divano a leggere in silenzio con mio figlio Leonardo e farmi accompagnare a correre da Ruggero (magari lui viene in skate!). E mi piace tantissimo quando si raccontano: scopri dei piccoli universi interiori a volte commoventi. Insomma piccoli momenti quotidiani di condivisione.
 
15. Cosa invece ti annoia un po’?
Mi annoia tremendamente imporre una disciplina (convincerli a lavarsi, per esempio J) e mi annoia placare i loro battibecchi – hanno solo un anno e mezzo di differenza, caratteri completamente diversi e discutono in continuazione…
 
16. Tu hai vissuto in tante città, tra Italia ed Europa. Perché hai deciso di fermarti a Milano?
Sinceramente per caso! Tutto avrei pensato in passato tranne che di stabilirmi a Milano. Però mi piace molto e mi è piaciuto viverci fino ad ora.
 
17. Tra la gestione della tua attività e della famiglia, riesci a ricavarti del tempo tutto per te? Cosa fai? Dove vai?
La verità? Dormo….
 
18. Cosa ti piace di Milano, per quanto riguarda la vita con i figli? 
Mi piace molto che si faccia tanta vita di quartiere pur essendo una grande città; non è spersonalizzata e offre tante opportunità culturali e sportive. Negli ultimi anni, poi, la riqualificazione delle aree verdi ha veramente dato a tutte le famiglie la possibilità di fruire con i figli degli spazi cittadini e anche di socializzare.
I miei figli, poi, studiano musica in una scuola eccellente, hanno ottimi insegnanti nella scuola pubblica che frequentano, vengono con noi a vedere mostre e a sentire concerti. Hanno, insomma, accesso a tante possibilità di scelta e a tanti stimoli che le città di provincia non offrono.  
 
19. E senza figli?
Senza figli, oggi, forse la troverei un po’ riduttiva.
 
20. Un posto che ami particolarmente di questa città (un negozio, un ristorante, un quartiere, una strada).
Quella speciale panchina del parco, quello scorcio sul cortile alberato, quel cielo grigioazzurro con le nuvole, quel bar insulso dove ti ha baciata….
 
21. Qual è il tuo mantra? Vivi con passione e fatti una risata!
 

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