#MyMomsAboutTown: Elodia
Una passione per il vino che, strada facendo, diventa un lavoro. A 24 anni parte per Madrid e incontra colui che poco dopo diventerà suo marito e il padre di sua figlia. Ma crisi di coppia e separazione sono in agguato e la sua vita subisce una nuova rivoluzione. Lei comincia a viaggiare tanto, per promuovere la sua cantina e qualche anno dopo, mentre era a Londra per la London Wine Fair, in un pub conosce Chris, che non solo lavorava anche lui nel mondo del vino ma aveva personalmente curato la sua (di lei) azienda per il database che amministrava. Serendipità? Destino? Chiamatelo come volete, sta di fatto che un mese e mezzo dopo, i due vanno a vivere insieme. A Roma, la città di lei. Ma poco dopo decidono di trasferirsi definitivamente in campagna, in mezzo alle loro amate vigne. “Siamo una famiglia allargatissima e spesso viaggiamo tutti contemporaneamente per luoghi diversi…insomma siamo così incasinati che almeno la vita bucolica ci tranquillizza” afferma lei.
produttrice di vini
1. Dopo una vita vissuta in città, due anni fa la decisione di trasferirti in Sabina. Hai avuto paura di questo cambiamento di vita così radicale?
Non ho avuto paura di trasferirmi in Sabina perché è stato un cambiamento fortemente voluto dal mio compagno e da me. Ho sempre avuto un contatto strettissimo con la campagna dove, col pretesto dei vigneti, fin da piccola trascorrevo lunghi periodi.
Poi ultimamente facendo la pendolare al contrario tra Roma e la Tenuta mi ero resa conto che a Roma tornavo solo la sera per dormire e ci passavo solo il sabato e la domenica, così ho deciso di invertire i miei viaggi. Ora vado in città solo per ragioni di piacere, mi risparmio lo stress di traffico e parcheggio giornalieri e me la godo quasi da turista!
Poi ultimamente facendo la pendolare al contrario tra Roma e la Tenuta mi ero resa conto che a Roma tornavo solo la sera per dormire e ci passavo solo il sabato e la domenica, così ho deciso di invertire i miei viaggi. Ora vado in città solo per ragioni di piacere, mi risparmio lo stress di traffico e parcheggio giornalieri e me la godo quasi da turista!
2. Com’è crescere un bambino in campagna? In cosa è più facile o più complesso rispetto a Roma?
Sarò forse banale ma crescere un bambino in campagna secondo me è più rilassante rispetto la città! Gabriela è libera di giocare per le stradine del nostro paesino medievale senza paura delle automobili che sfrecciano a destra e a sinistra, e ora sta sviluppando una sua piccola autonomia andando da sola con le amichette a prendere il gelato in piazza (completamente chiusa al traffico). Più complesso, ammetto, è stato trovare una scuola adeguata: per ora lei frequenta una Montessori bilingue (Italiano /Inglese) dove si trova molto bene. Per quanto riguarda invece le sue molteplici attività extra-scolastiche (danza,teatro, judo, nuoto), bè ci dobbiamo riavvicinare alla città, ma in questo ho l’aiuto di un bravissimo autista/baby sitter.
3. Come si è ambientata tua figlia?
Gabriela in campagna ci sguazza! Si è ambientata benissimo e passa ore intere a giocare tra le vigne con i nostri cani (5 jack russel), le paperelle e i coniglietti. Una piccola Heidi!
4. Ti manca mai la vita di città? Se sì, cosa in particolare?
Essendo una “foody”, della città mi manca la vicinanza ai ristoranti di culture differenti dall’italiana, e mi mancano anche gli aperitivi infrasettimanali con gli amici in Via Monte Della Farina, o a Monti. Ma mi rifaccio nel weekend, anche perché Gabriela adora partecipare agli aperitivi degli adulti!
5. Sei felice di essere diventata madre giovanissima o pensi di esserti persa qualcosa? Hai qualche rimpianto?
Sono diventata mamma a 28 anni e devo dire che non ero assolutamente pronta! Gabriela mi ha letteralmente insegnato cosa significhi essere madre, è lei che mi ha guidata mostrandomi di volta in volta le sue necessità e aiutandomi ad evolvere con il suo amore incondizionato, che per me è stato il più grande supporto. Unico rimpianto è che essendo molto insicura e ansiosa durante i suoi primissimi anni di vita non me la sono goduta appieno, barcamenandomi tra mille dubbi e dando troppo ascolto ai consigli altrui mentre avrei dovuto seguire solo il mio istinto.
6. Il papà di tua figlia vive all’estero. Pensi che un rapporto padre-figlia possa essere coltivato in maniera sana anche a distanza?
Premesso che Rafa (il mio ex marito) è un papà stupendo, molto affettuoso e presente (per quanto la distanza renda possibile la “presenza”), io credo che un rapporto padre e figlia a distanza si regga solo se tutti intorno alla bambina fanno in modo che la presenza del padre sia percepita come viva e tangibile anche nell’assenza fisica. Usando piccoli accorgimenti come citare spesso il papà, parlare spesso di lui, “Che ne pensa papy di questo?” “Chissà come sarà felice papy quando vede il tuo disegno..” “Ah allora lo diciamo subito a papy” etc etc, poi tappezzare la casa di foto di loro due insieme, chiamarlo con Skype il più possibile. Tra l’altro io con Gabriela continuo a parlare spagnolo, la sua lingua paterna. In questo modo tutto ciò che il papà trasmette a Gabriela nel poco tempo insieme viene mantenuto e dilatato nel tempo. Gabriela e Rafa sono molto legati ed hanno un rapporto bellissimo, lei lo adora e lo rispetta molto.
7. C’è qualcosa in cui il papà di tua figlia è più bravo di te nell’educare/crescere Gabriela? Se sì, come vivi questa cosa?
Rafa nonostante la distanza è più bravo di me a dare regole e a farsi rispettare da Gabriela, io mi sciolgo subito! Questa cosa la vivo un po’ come la storia del “poliziotto buono e del poliziotto cattivo” e a volte vorrei dire a suo padre che è troppo severo (ma so che obiettivamente non lo è, sono io la pappamolla!) ma poi mi mordo la lingua per rispetto del suo ruolo di genitore.
8. Tu sei riuscita a creare una grande famiglia allargata in cui regna l’armonia. E’ una questione di fortuna oppure di intelligenza e sensibilità delle persone coinvolte. E’ venuto tutto naturalmente oppure ci hai dovuto lavorare sopra?
Famiglia allargata è sinonimo di LAVORONE. Tutti, ma proprio tutti, ovvero Rafa, io, i nostri rispettivi compagni, i nostri genitori e pure i genitori dei nostri compagni, insomma TUTTI lavorano con estrema pazienza ed intelligenza per mantenere in piedi questa delicata struttura, in modo da assicurare a Gabriela una stabilità emotiva ed affettiva, e renderla felice. Non è affatto facile. Ti dirò di più però, col tempo ci siamo resi conto che anche noi adulti, senza acrimonie stiamo meglio. Non siamo poi tanto diversi dai bambini! A settembre, per esempio, Rafa si risposa e i miei andranno al matrimonio ( io non posso perché sarò a Cuba purtroppo) e questo fatto è apparso naturale a tutti…può sembrare folle ma noi ci sentiamo a nostro agio così!
9. Hai consigli da dare per riuscire a creare una famiglia allargata che viva in armonia, senza astio, gelosie e recriminazioni? E per fare in modo che i figli accolgano positivamente i grandi e continui cambiamenti che la condizione comporta?
Il mio consiglio per creare una famiglia allargata è semplice: tanta pazienza, tanta tolleranza e sacrificio. Io mi sono sempre sforzata di essere aperta ed accondiscendente verso le necessità del papà di Gabriela, anche quando emotivamente mi costano molto. Essendo io la parte privilegiata, in quanto vivo con Gabriela, cerco di compensare con estrema disponibilità lo scarto che c’è tra me e lui. Un esempio fra tutti: far viaggiare Gabriela in aereo accompagnata solo dalla hostess. Questi voli di mia figlia completamente sola mi uccidono. Io prendo circa una ventina di voli all’anno e non ho paura ma quando si tratta di lei mi si scatenano milioni di paranoie! Però mi sacrifico e la lascio volare dal papà sola (lui per motivi di lavoro non può venire a prenderla e riportarla e lo stesso io). Tra l’altro lei è assolutamente rilassata e felice quando deve volare, la vive come una gita. Riguardo alle gelosie Rafa ed io siamo molto maturi, sappiamo che il fatto che Gabriela ami i nostri rispettivi compagni è solo un bene per lei, se nostra figlia si sentisse a disagio con loro sarebbe drammatico! I cambiamenti per una bimba non sono sempre facili da capire e Gabriela è estremamente sensibile. Cerchiamo di risolvere certe difficoltà parlandone apertamente con lei, incoraggiandola ad esprimere i suoi veri sentimenti riguardo al mutare degli equilibri e facendole sentire che comunque noi tutti restiamo uniti nell’amore per lei, in modo da infonderle sicurezze. Anche qui non è facile.
10. Il papà di tua figlia è spagnolo e il tuo attuale fidanzato inglese: le differenze culturali hanno arricchito i tuoi rapporti oppure ogni tanto li hanno messi a dura prova?
Due uomini di culture così diverse mi hanno sicuramente arricchita! Partendo dall’impatto generale con una cultura profondamente latina e sanguigna come quella di Rafa uomo del sud della Spagna, a quella super British e polite di Chris, londinese, che posso dire sono gli opposti, fino a spostarci su una diversa filosofia di vivere la vita di coppia: più conservatrice la spagnola, più libera ed indipendente la britannica. Entrambe le culture mi hanno messa alla prova perché sono come gli estremi di ciò in cui io credo ed in cui mi muovo. Ne sono uscita con una maggiore elasticità di mente, anche se attualmente sto un po’ italianizzando Chris in modo che regga meglio la mia esplosività italiana (alzare la voce discutendo era qualcosa da lui mai contemplata…povero ha avuto uno shock!). Ma poi diciamocelo, grazie a loro io parlo perfettamente castigliano e inglese, e anche Gabriela sta crescendo trilingue…vogliamo mettere?
11. C’è qualcosa della maternità che ti fa sentire inadeguata?
Mi sento spesso inadeguata nell’essere presente al 100%. Se sono stanca ed ho pensieri per la testa mi costa disconnettere e dare a mia figlia il massimo, che poi è ciò che lei si merita.
12. Cosa ti ha insegnato la maternità finora?
Dalla maternità ho imparato la forza. Una madre deve essere forte sotto molti aspetti(se è triste deve mostrarsi allegra, se è stanca deve andare avanti come se non lo fosse) e lo deve essere per dare ai propri figli un punto d’appoggio stabile dal quale loro poi possano spiccare il volo.
13. Immagino tu sia la più giovane tra le mamme dei compagni di tua figlia. Ti senti un pesce fuor d’acqua quando ti relazioni con loro?
Pesce fuor d’acqua assolutamente! Partendo proprio da un impatto estetico che mi rende immediatamente differente dal resto delle mamme: io sono pluri-tatuata (e con tatuaggi anche importanti) e vesto solo designers scandinavi, che oscillano tra lo stile tom-boy e “casa nella prateria”, quindi già questo crea un distacco almeno visivo, che poi molte tramutano in vera distanza. Poi, pur essendo una mamma come loro, ho altri interessi quali i viaggi, l’enogastronomia, la musica indie…le altre mamme sono più concentrate sulla famiglia in senso stretto, forse anche io tra qualche anno sarò così!
14. Cosa ti piace fare con tua figlia? Adoro giocare con Gabriela! Torno bambina…frisbee, calcio, twister, la Wii. E poi balliamo tantissimo, facciamo piccole performances a casa.
15. Cosa invece ti annoia un po’? Guardare i cartoni animati Disney mi annoia infinitamente (posso recitare a memoria tutte le parti ormai).
16. Riesci a ricavarti del tempo tutto per te? Cosa fai? Dove vai?
Quando ho tempo libero, tipo un weekend, fuggo col mio compagno e facciamo i fidanzatini. Mete preferite Positano, Bagno Vignoni, Amsterdam…o i Paesi scandinavi. Se ho poche ore vado a Roma fare un aperitivo con gli amici o a qualche degustazione all’Hotel Cavalieri (tra le atre cose sono una sommelier e devo mantenermi allenata!).
17. Un posto che ami particolarmente della Sabina? In Sabina il mio luogo del cuore è Farfa, un piccolissimo paese medievale, praticamente un monastero con abbazia e 4 casette, tutto in pietre e ciottoli…veramente un luogo perso nel tempo, sembra si sia fermato al 1200. Vivo a Poggio Mirteto, a 15 minuti da lì, quindi posso andarci sempre per godere delle valli, degli ulivi e di una sensazione di pace e silenzio infiniti.
18. Una curiosità: c’è qualcuno che ha influenzato il tuo amore per i vini oppure ti ci sei avvicinata spontaneamente?
Mio padre, da bravo abruzzese, mi ha infuso la cultura della terra, dell’amore per la terra ma la passione per il vino viene da mia madre. Santa donna mia madre, a 21 anni vedendo che bevevo solo brachetto mi ha iscritta di forza al corso per sommelier AIS. La ringrazierò per sempre!
19. Qual è il tuo mantra?
Love is a work in progress…vale per le relazioni ma credo che si possa estendere anche al concetto intero di vita: bisogna evolversi e continuare a costruire continuamente adattandosi e rinnovandosi.
Stupenda!! Sei fortissima!!!