#MyMomsAboutTown: Irina
Ho sempre desiderato intervistare una mamma artista e in particolare una musicista. Finalmente ne ho avuto l’occasione e ho l’onore di presentarvi un giovane soprano del Teatro alla Scala, che viene dalla Russia ma qualche anno fa è stata adottata da Milano, dove si è ambientata perfettamente. Qui ci racconta la sua esperienza da “mamma-primadonna” e da expat.
Irina, 34 anni, cantante lirica e mamma di Andrea, 5 anni
Come ci sei finita a Milano dalla Russia?
Direi che non sono io che ho scelto Milano, è Milano che ha scelto me ;-). Sono venuta a vivere qui nel 2003 perché ho vinto una borsa di studio dell’Accademia della Scala per i giovani cantanti e ci sono rimasta.
Pensi che quello della cantante lirica sia “un mestiere per mamme”?
Decisamente no! Una primadonna non deve che pensare a se stessa; una madre non può pensare mai solo a se stessa.
Una mia grande curiosità: sei una di quelle che crede che far sentire musica al proprio bambino fin da quando è nella pancia lo aiuti a sviluppare la passione per essa?
Io ho cantato fino al settimo mese di gravidanza: ero in scena a saltare, recitare, sudare e tutto il resto. E proprio in palcoscenico, durante una recita della Traviata, ho sentito per la prima volta muoversi nella pancia il mio bambino. Direi che Andrea quindi ha avuto il suo primo approccio con il teatro e con la musica piuttosto presto! Spero che questo lo aiuterà anche a sviluppare una passione più consapevole.
Ti capita di cantare per (e con) tuo figlio?
La lirica, no! Un canto impostato per farsi sentire in un teatro con migliaia di persone, con sotto un’orchestra magari di settanta elementi, a distanza ravvicinata potrebbe spaventare un bambino. Canto con lui normalissime canzoni per bambini: il repertorio va da Il caffè della Peppina a Peppa Pig fino a qualche classico del folklore russo.
Pensi sia importante dare un’educazione musicale ai bambini?
Sì, in generale penso sia molto importante a prescindere da quello che poi faranno da grandi. La musica è un linguaggio spontaneo per i bambini: prima di potersi esprimere razionalmente possono già farlo con la musica in modo immediato. La musica aiuta a socializzare, a provare empatia, emozioni.
Diventando madre hai dovuto fare delle rinunce nella sfera professionale?
Io sono tornata sul palcoscenico dopo circa due mesi dal parto. All’inizio è stato in effetti molto faticoso. Il mio mestiere è molto fisico: è necessario essere in forma, essere riposata e in costante allenamento vocale. La performance deve essere sempre al 100%. Da questo punto di vista la scelta di avere un bambino è stata un rischio per la mia carriera. Ho dovuto reagire alle difficoltà pratiche e fisiche che sono venute con la maternità con la forza di volontà. Io amo cantare e alla fine questo vince su tutto!
Quanto è complicato conciliare lavoro e famiglia?
Ogni mamma che lavora sa quanto sia complicato! Si ricorre a tutte le risorse disponibili per fare del proprio meglio. Io sono una madre separata e questo complica ulteriormente le cose: ci sono viaggi da organizzare, telefonate su Skype quotidiane da incastrare, fusi orari diversi di cui tener conto. Sono d’altra parte molto fortunata: Andrea è un bambino di buon carattere che si adatta facilmente, curioso, viaggia volentieri e sta bene in compagnia di persone nuove. Non lo sento come un problema ma come un complice nel mio percorso.
Pensi che la maternità ti abbia dato nuovi strumenti per affrontare meglio o in maniera diversa il tuo lavoro? Cosa ti ha insegnato finora?
Certo son diventata una donna più matura e un’artista più consapevole. Mio figlio mi insegna a prendere certe cose della vita in modo più easy e senz’altro mi ha insegnato a separare il superfluo da ciò che è importante.
C’è qualcosa della maternità che ti fa sentire inadeguata?
… sinceramente da quando è nato Andrea a oggi che ha 5 anni, tutto è passato in un lampo e sento di non aver avuto tempo di riflettere troppo sulla questione!
Sei una maniaca del controllo oppure deleghi senza problemi?
Quando trovo qualcuno a cui sia possibile delegare, DELEGO! Il problema è che non ho fuori dalla porta una fila di persone disponibili…
Ti è venuta qualche ansia o mania da quando è nato tuo figlio?
Non sono il tipo…
Ti senti più bella e femminile ora o quando non avevi ancora figli?
Ora senz’altro mi sento più femminile di prima. Riguardo alla bellezza in senso stretto, invece, diciamo che adesso c’è da lavorarci su un po’ di più rispetto a quando avevo 20 anni. Giusto un po’ di palestra – che qualche anno fa nemmeno sapevo cosa fosse – per il resto diciamo che sono abbastanza self-confident.
Cosa ti piace fare con tuo figlio? Cosa invece ti annoia un po’?
Ogni ora della giornata ha qualcosa di speciale. Mi piace condividere ogni momento con Andrea e in generale amo molto leggergli delle storie. La cosa che forse mi diverte di più in assoluto però è insegnargli a leggere in russo: ha un buffo accento un po’ italico e fa creativi miscugli tra le lingue. E’ davvero uno spasso! Mi annoia invece qualunque cosa riguardi Peppa Pig. Bastaaaaa….
Riesci a ricavarti del tempo tutto per te? Cosa fai? Dove vai?
La giornata rigenerante tipo potrebbe essere così: portato Andrea all’asilo segue una corsetta al Parco Sempione (ogni tanto vado anche al Parco Trenno), poi a lavare i capelli con qualche trattamento rigenerante dal mio parrucchiere di fiducia, pranzetto leggero col mio compagno (che nella giornata ideale dovrebbe essere anche simpatico e galante) e infine pomeriggio di shopping nei negozietti di C.so Vercelli alla Rinascente, agli outlet fuori Milano). La sera cena con amici, tutti rigorosamente con figli. Ecco, questa è una giornata del tutto ideale; nella realtà, invece, portato Andrea all’asilo seguono ore di studio e poi vedo per cosa mi rimangono le forze! Quando poi lavoro e sono impegnata in una produzione, nemmeno questo: si sta in teatro giorno e notte.
Cosa ti piace di Milano, per quanto riguarda la vita con i figli?
Vorrei ribaltare il luogo comune che descrive Milano come una città poco friendly per i bambini piccoli! Perlomeno nella mia zona (via Washington-Piazza Piemonte), che pure è piuttosto centrale, c’è tutto a portata di mano: ottimo asilo, ottima scuola elementare e almeno tre parchi molto belli. Io sento che per qualunque attività Andrea voglia provare, so che qui a Milano potrei trovare facilmente almeno un paio di posti adatti. Da qualche mese ad esempio Andrea ha iniziato a giocare a tennis: si diverte un mondo, conosce altri bambini e lo fa dietro casa. Poi in generale mi piace che mio figlio cresca in una città cosmopolita e aperta; detesto gli ambienti provinciali.
E senza figli?
Per chi come me viaggia per molti mesi all’anno, Milano è davvero una città ideale. Ha una posizione strategica: raggiungo qualunque città europea facilmente con un aereo. Poi offre sempre grandi stimoli culturali e artistici. E’ in questa città che ho fatto incontri decisivi per la mia formazione di cantante lirica: colleghi, musicisti di ogni tipo, critici, storici dell’arte e anche semplici appassionati di grande cultura e competenza; Milano è un vero caleidoscopio. Poi tante mostre, eventi, esposizioni di ampio respiro internazionale.
Un posto che ami particolarmente di questa città
Per me il cuore di Milano è La Scala! In quel teatro canto ormai da più di dieci anni e su quel palcoscenico ho provato grandi emozioni. Poi ci sono tanti luoghi della vita quotidiana a cui sono affezionata: il pesce crudo alla Pescheria Da Claudio e a seguire il pasticcio di mele da Princi, un must! Il caffè con un cannoncino da Panarello. Una buona cena siciliana a lume di candela da 13 Giugno in via Goldoni.
Cosa ti manca del tuo Paese?
Della Russia mi mancano tante cose, ma più di tutto il supporto della mia famiglia che vive là. E poi mi manca la neve d’inverno! 🙂 Per il resto a Milano c’è un magnifico negozio russo dove posso trovare caviale, aringhe, grano saraceno e tutto l’indispensabile per fare il borsch, la nostra zuppa nazionale, quando sono nostalgica.
Ogni tanto ti manca la tua vita prima dell’arrivo del bambino?
Non ci penso in realtà: no, direi che non mi manca. Ah, aspetta! Pesavo un paio di chili in meno allora…ecco l’unica cosa che mi manca.
Qual è il tuo mantra?
Sono andata a cercare “mantra” su Wikipedia ma non mi è ancora ben chiaro…a questa domanda rispondo alla prossima intervista, ok?
Discussion about this post