Le mie Moms About Town #6

Il mondo delle Moms about town si arricchisce oggi di un’altra bella mamma con un sacco di cose interessanti da raccontare, tra cui per esempio della sua vita da pendolare. Del resto c’è chi fa il pendolare tra Milano e Busto Arsizio e chi lo fa tra Lecce e…Nairobi! E qui è proprio il caso di dire che volere è potere.

Manù, 35 anni, dentista e mamma 
di Angela, 2 anni e mezzo

1) Dopo anni vissuti a Lecce, la tua città di origine, dove hai avviato anche la tua attività professionale di dentista, ti innamori di un uomo che di mestiere fa il diplomatico e che quindi è tenuto a spostarsi periodicamente in giro per il mondo, trasferendosi temporaneamente in luoghi spesso poco “family-friendly”. Costruire una famiglia con lui ti ha fatto paura o l’hai vista come un’opportunità?


Io e mio marito c’eravamo conosciuti nel ’98 in Italia ma poi c’eravamo persi di vista, lui sempre all’estero e io a completare gli studi a Roma. Quando ci siamo ritrovati, esattamente 12 anni dopo, entrambi abbiamo visto la cosa come una seconda chance che il destino ci offriva. Ad una settimana dalla nostra reunion avevamo già deciso di sposarci “doppiamente”: dapprima civilmente solo noi due all’estero e poi di partecipare il matrimonio religioso ad amici e parenti. É stato tutto molto naturale.
2) Davanti alla sua proposta di una vita internazionale da moglie e mamma al seguito di tuo marito, cosa hai deciso?
Effettivamente, all’inizio della nostra storia mio marito, che ha sempre vissuto all’estero fin dalla nascita, mi chiese se fossi pronta per una vita internazionale e io gli risposi che per me la vera sfida sarebbe stata integrare e arricchire la mia vita con una nuova, conciliarle entrambe, non di certo espatriare in un altro Paese. Così, dunque, cerco di fare. Talvolta bene, talvolta male.
3) Come gestisci i tuoi spostamenti?
Ogni circa 5 settimane alterno, dicotomicamente, il fare la “mamma-dentista” in Italia (con tutti i problemi che puoi riscontrare oggigiorno facendo la libero professionista nel nostro Paese: leggi, tasse, burocrazia!)  e la “mamma-moglie di” in Africa.
La matrice comune di questi 2 estremi ovviamente è l’essere mamma e donna con la caparbietà, la forza e la curiosità che solo le donne sanno tirare fuori quando si trovano di fronte a dei cambiamenti e a delle sfide! Conduco questa vita dal settembre 2012, da quando cioè mio marito è stato trasferito come ambasciatore dallo Yemen (no family zone) al Kenya. Angela non aveva neanche un anno.
4) Riesci a conciliare il tuo lavoro con la vita familiare?
Continuo a mantenere il mio lavoro nonostante sia stancante, perché lo amo e mi dà tante soddisfazioni. È bello lavorare soprattutto con i bambini in un’età così delicata come quella preadolescenziale e con gli adulti che vogliono migliorarsi partendo dal curare il loro sorriso. Con la specializzazione in Ortodonzia, per fortuna, posso gestire il lavoro programmandolo mensilmente, ma comunque sono costretta, quando sono a Lecce, a lavorare molto intensamente dal lunedì al venerdì dalla mattina alla sera per potermi permettere altrettanto tempo libero in Kenya. I ritmi sono veramente stressanti, tant’è che, in Italia, fra il lavoro e mia figlia, negli ultimi mesi, ho quasi zero vita sociale.
5) Pregi e difetti di Nairobi e di Lecce
Nairobi è l’Africa che non ti aspetti. È pur sempre la capitale di un paese africano in via di sviluppo, ma con una crescita economica che va veloce. 
È il centro di raccolta di ambasciate e ONG per molti paesi dell’Africa centrorientale e ha quindi degli standard di vita occidentali con un clima e una natura meravigliosi. 
Purtroppo, negli ultimi mesi, c’è un rischio elevato di attentati terroristici, quindi è bene evitare di vivere la città e appena possibile scappare nel bush per un autentico safari o andare sulla costa per abbronzarsi un po’: Lamu, Watamu, Malindi, Diani…ce n’è per tutti i gusti.
Lecce, d’altra parte, è una città molto piccola e provinciale. È la più meridionale di tutte le province della penisola pugliese. Lontana dai comuni crocevia e bagnata per 3 lati dal Mediterraneo è come se fosse un’isola: a Lecce non ci capiti per caso, ci devi venire apposta! 
Ciononostante non è affatto stantìa e chiusa in se stessa ma è anzi una città in fermento ed in continua evoluzione. Pensa che è candidata a Capitale Europea della Cultura per il 2019, segno della sua fierezza e della sua voglia di migliorarsi. Io per prima ne sono molto orgogliosa! 
Amo passeggiare per le vie del centro; continuare a stupirmi per la bellezza di chiese, piazze, palazzi; incrociare per caso facce amiche: tutto ciò mi fa sentire a casa. Comunque, anche quando talvolta capita che mi stia stretta, basta andare al mare o nei paesini della provincia con la loro storia, la loro gente, i loro uliveti secolari. 
Da Santa Maria di Leuca ad Otranto passando per Castro e Gallipoli, solo sulla costa, per poi muoversi nelle campagne e nei borghi di Specchia, Felline, Vaste, Corigliano…. Basta vivere il Salento come se fosse tutta una grande città per non venirne mai a noia!!! 
6) Come reagisce Angela alla coesistenza di culture così diverse? e tu?
Angela si adatta bene, ovviamente quando siamo lontane ci manca il suo papà, ma lei ama sia stare a Lecce sia stare in Kenya, riesce ad entusiasmarsi e a prendere il meglio dall’environment di affetti, persone, cani e altri animali di entrambi i posti. É una spugna: canta in swahili, ma parla ancora un mix tutto suo di inglese e italiano. Per ora la cosa è gestibile, perché è piccola, ma comunque nel 2016 mio marito sarà ricollocato per 4 anni a Bruxelles. Intanto la coesistenza di 2 culture è senz’altro molto stimolante per entrambe, dal canto mio mi aiuta ad affrontare i problemi relativizzandoli e ridimensionandoli. I keniani hanno un motto, “hakuna matata!“-nessun problema!- affrontano ciò che capita loro senza ansie e preoccupazioni superflue. In questo hanno da insegnare a noi occidentali.
7) Ci sono stati momenti in cui hai pensato di mollare il tuo lavoro e di dedicarti solo alla famiglia?
Controdomanda: Ti verrebbe mai in mente di fare questa domanda ad un uomo?!? Io credo di no… Da poco più di 2 generazioni, noi donne abbiamo ottenuto la “concessione” di coniugare lavoro&famiglia, ma siamo ancora molto lontane dal raggiungere lo step successivo di coniugare potere&famiglia. Proprio giorni fa ne parlavo con alcune mie amiche che vanno matte per una serie televisiva danese che vedono in streaming, ‘Borgen’. La protagonista è una donna che diventa Primo Ministro del suo Paese nonostante gli ostacoli che incontra proprio in quanto donna. All’inizio è supportata dal marito che si occupa della famiglia ma alla lunga il marito non regge il carico. Ok, è una fiction, ma penso sia proprio una questione di DNA!
Comunque la mia risposta è che ho già ridimensionato la portata del mio lavoro per la mia famiglia e sono soddisfatta così. 
8) C’è qualcosa in cui tuo marito è più bravo di te nell’educare/crescere Angela? Come la vivi?
Lui spinge perché Angela cresca in contatto con la natura. É sempre molto impegnato, ma quando rientra dal lavoro, adora andare in una farmdietro la nostra casa a fare una passeggiata con lei in mezzo agli animali. Amo molto questo aspetto della sua educazione perché è giusto che la bambina prenda confidenza e impari a rispettare la natura sin da piccola.
9) C’è qualcosa della maternità che ti fa sentire inadeguata?
Diventiamo mamme senza esserci laureate su come esserlo al meglio, ma nonostante questo credo che sia l’istinto materno a guidarci. Non ho senso di inadeguatezza, ma talvolta di impotenza quando penso che mondo distrutto e corrotto potrà incontrare in futuro e, da mamma, mi chiedo cosa posso fare adesso per prepararla ad affrontarlo al meglio. 
10) Cosa ti ha insegnato la maternità finora?
Che l’amore non è un sentimento ma una capacità senza misura e che ho una forza e una determinazione che non sapevo di avere!
11) Ti senti più bella e femminile ora o quando non avevi ancora figli?
Non saprei, ma devo dire che dormivo di più e mi sentivo più riposata allora. Ora mi guardo con occhi diversi e vedo un’altra me. Non è una questione di estetica, più che altro è una questione di consapevolezza di quello che ho e voglio adesso.
12) Cosa ti piace fare con tua figlia?
Giocare con lei appena sveglie. Mio marito esce presto al mattino per evitare il traffico,terribile, di Nairobi e io ne approfitto per portarla nel nostro letto quando si sveglia. Dalla battaglia dei cuscini al nascondersi sotto le lenzuola, dal fare jumping allo scambiarsi coccole e baci….É IL nostro momento e mi dà la carica per affrontare la giornata!!!
13) Cosa invece odi fare (ma che a lei piace tanto)?
Sinceramente?! Io sono una giocherellona di natura e, almeno per adesso, mi diverte da matti giocare con una duenne!!!
14) Riesci a ricavarti del tempo tutto per te?
A Lecce, come dicevo, non ho tempo da dedicare solo a me stessa; compenso a Nairobi dove invece, mandando perfino la bimba all’asilo, ho molto più tempo per me, per incontrare amiche, studiare swahili, leggere, rilassarmi e dove (a parte gestire qualche imprevisto professionale al telefono) il “lavoro” è organizzare e supervisionare formal dinnerper mio marito. Pur avendo un cuoco che cucina (sono già al quinto cuoco e alla quarta nanny in un anno e mezzo: la gestione del personale non è facile in Kenya!), a mio marito piace sempre che io cucini personalmente almeno un paio di piatti “patriottici”!!!
15) Cosa fai? dove vai?
Mi piace andare al Masai Market, un mercato itinerante di artigianato locale e lì praticare il mio swahili e comprare stoffe e chincaglierie oppure incontrarmi con le amiche per una chiacchiera al Nairobi Java House, lo Starbucks dei fratelli africani -come lo chiamo io- o, meglio ancora, organizzare brunch e riunioni tutte al femminile in casa.
16) Cosa ti piace di Nairobi, per quanto riguarda la vita con i figli? E di Lecce?
Il clima e la natura meravigliosi a Nairobi, l’irrinunciabile calore degli affetti familiari a Lecce.
17) E senza figli?
Devo dire che la vita di rappresentanza con mio marito a Nairobi mi diverte molto. A Lecce, invece, quando è possibile, mi piace andare fuori a cena con lui nel nostro ristorante preferito e, quando sono sola e ho tempo, mi piace rilassarmi con una piega dalla mia parrucchiera storica. Le mamme sono femmine, si sa!!!!
18) Un posto che ami particolarmente delle due città (un negozio, un ristorante, un quartiere, una strada)?
Inizio col ringraziarti per essere stata da te nominata MomAboutTown Nairobi-Lecce, consapevole quindi dell’onore&onere che ne deriva, non posso che indicarti in entrambe le città 2 posti must-go!
Nairobi, il Talisman Restaurant nel quartiere di Karen. 
Nel distretto gipsy-hippy dei Keniani bianchi (britannici nati e cresciuti a Nairobi) puoi trovare dalla mostra di quadri di pittori emergenti a esposizione di mobili con pezzi di riuso, ma soprattutto è un must per noi tre andare a fare la spesa di frutta e verdura al mercato organico di coltivatori diretti che c’é solo il sabato nel parco del Talisman e fermarci a mangiare un boccone. Cucina biologica fusion, un grande giardino, comodi divanetti. Da provare: la creme brûlé, divina!!
A Lecce, senz’altro il pluripremiato 300mila Lounge.
Nel cuore commerciale della città, un bar, ristorante, caffetteria, champagneria che in realtà non rientra in nessuna di queste categorie perchè le supera tutte! Personale super e cibo e drinks di qualità. Da provare: …tutto, a seconda dei gusti, a tutte le ore!
20) Qual è il tuo mantra?
“After all, tomorrow is another day…”

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2 Discussion to this post

  1. Mimma Zizzo ha detto:

    Meravigliosa Manu !!! Mi hai colpito molto . Spero un giorno di incontrarti . Sei davvero speciale ! Grande

  2. Drusilla Galelli ha detto:

    Stupenda questa intervista!!!<br />Brava Emme e bravissima Manù!

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