Lo so che siete già lì, pronte a commentare: ecco un’altra mamma lavoratrice-super-manager-in-carriera. E invece no, stavolta vi presento una mamma casalinga, per niente disperata anzi, consapevole e felice dei mille lati positivi del sul ruolo, senza frustrazioni e immune alle elucubrazioni mentali su un possibile status alternativo…anche perché con una casa così affollata (1 marito e 4 figli) di tempo per le elucubrazioni ne avrebbe poco!
Alessandra (46 anni) casalinga Giovanni (17 anni), Ludovico
(11 anni) e Nina (8 anni)
1. 4 figli: pensi di essere in buona compagnia o ti senti come se facessi parte di una razza in estinzione: “quelli che fanno più di 3 figli”?
Stranamente, in una città come Milano, non è raro trovare famiglie numerose, di 4 o addirittura 5 figli. E non parlo di famiglie allargate, ma proprio di famiglie d’origine.
E’ una bella sfida, soprattutto quando c’è una differenza di età e di esigenze tra i figli. L’esperienza conta ma devi comunque reinventarti ogni volta adeguandoti alla personalità e alle problematiche del figlio in questione.
2. Sei diventata madre due volte vicino ai 30 anni e 2 volte vicino ai 40. Quali sono le differenze che hai riscontrato?
Sicuramente le energie e l’entusiasmo nel fare le cose calano. Avevo 27 anni quando è nato il primo, Giacomo. Se mi riguardo nelle foto vedo una ragazzina. Con i primi, vivevamo tutto con la massima intensità, gioie e dolori. Ogni scarabocchio era un capolavoro da incorniciare, il minimo malanno un dramma. I primi due hanno fatto di tutto: dal laboratorio di Munari al Closlieu, mostre, musei, teatro, sport di tutti i tipi…Desideravamo fargli sperimentare tante cose e Milano in questo è una città con un’offerta altissima. A volte un vero tour de force, ma credo sia normale, perché anche tu come neo mamma sei curiosa e hai voglia di esplorare. Con gli altri due e verso i 40 siamo diventati più pigri, abbiamo cominciato a privilegiare le cose che piaceva fare a noi come coppia, portandoci dietro i figli, anche se magari si annoiavano.
3. Prima di diventare mamma facevi la redattrice di moda. Qual è stato il momento in cui hai capito che il tuo lavoro non era più compatibile con la gestione della famiglia?
Quando per seguire un lavoro ho dovuto spedire un figlio a Bari e un altro in Toscana. Solo di accompagnamenti e recuperi abbiamo speso più di quanto io abbia guadagnato. E poi, mentalmente, ero troppo presa da questi piccolini. Quando i bambini sono piccoli si vive in uno stato di totale innamoramento, pensi solo a loro..
4. Smettere di lavorare è stata una rinuncia sofferta oppure una scelta serena, in prospettiva di una vita esclusivamente da mamma? Hai qualche rimpianto?
Era il nostro progetto di vita mettere su famiglia. Non ho avuto dubbi quando si è trattato di lasciare una “carriera” che era solo agli inizi per dedicarmi al primo figlio. Poi è arrivato il secondo. Ho lavoricchiato qua e là, ma sempre con grandi difficoltà di gestione. Soprattutto se non hai una rete famigliare vicina, come nel nostro caso, e devi affidarti esclusivamente a personale assoldato (perché questa è la verità…).
Mi turbava sentire me stessa rispondere alla fatidica domanda “Tu che lavoro fai?”:“Niente…”, “Non lavoro..”, peggio “casalinga”! Mi sentivo socialmente inappropriata. Poi ho lavorato interiormente su questo e l’ho accettato, mi sono resa conto che non ero la sola, ho cominciato a considerarla una fortuna e a godermela. Insomma… dirigo una piccola impresa a conduzione familiare!
5. C’è qualcosa in cui tuo marito è più bravo di te nell’educare/crescere Giacomo, Giovanni, Ludovico e Nina? Come vivi questa cosa: ti dà fastidio o ci ridi su?
Edoardo (mio marito) è quello che ha il rapporto più fisico e giocoso con i figli: ci gioca, ci scherza, ci fa la lotta, ci perde tempo, costruisce balocchi, aggiusta le cose, medica le sbucciature. Anche coi figli grandi, maschi, la confidenza e la spensieratezza è maggiore.
Io sono quella che controlla, sgrida, rompe…ma quando la situazione precipita invoco il suo intervento divino e allora sono fulmini e saette. Se si arrabbia il papà viene giù la casa!
6. C’è qualcosa della maternità che ti fa sentire inadeguata?
Credo che inadeguatezza e sensi di colpa siano sentimenti abbastanza comuni per un genitore: quando sono piccoli sei inesperto, tutti ti danno consigli, tu cerchi la tua strada per errori e tentativi, che so: alimentazione, scuola. Quando sono adolescenti improvvisamente ti senti vecchio e superato, fai discorsi antiquati del tipo “Questa casa non è un albergo!”. Poi ti rendi conto che te li dovrai cuccare anche da adulti con magari i loro problemi di lavoro, di cuore, di famiglia. E sì, una volta che li hai fatti non te ne liberi più..
7. Sei una control freak oppure deleghi senza problemi?
Controllo abbastanza nell’ambito della mia gestione. Delego completamente quando sono affidati ad altri, i nonni, gli amichetti da cui vanno a passare la notte, le maestre con cui vanno in gita. Certo sono tutte persone di cui mi fido completamente. Alla peggio non si passeranno il filo interdentale tutte le sere!
8. Ti è venuta qualche ansia o mania da quando sono nati i tuoi figli?
L’ansia è sempre la stessa, legata forse al fatto di vivere in una grande città: che spariscano, che finiscano sotto una macchina. Anche per i grandi, che hanno 19 e 17 anni, la paura è sempre che facciano cattivi incontri o che qualcuno li metta sotto andando in bici. Il grande studia in Galles da due anni, figuriamoci, là proprio non ho potere di controllo.
9. Sei fissata con la disciplina oppure lasci che i tuoi figli facciano quello che si sentono?
La disciplina è fondamentale, non solo in una famiglia numerosa. I figli hanno bisogno di ritmi regolari e limiti. Poi ogni tanto è bello stravolgere i ritmi e rompere i limiti. Per esempio, se non ci sono limiti da scavalcare, se tutto è permesso, come fa un adolescente a mettersi alla prova?
10. Con l’arrivo dei figli la tua vita di coppia ha avuto scossoni..in pratica, hai rischiato il divorzio?
Solo una volta ho sbattuto a terra il piatto con la cena dentro perché mio marito aveva messo il bambino con la febbre (sempre il primo) seduto sul pavimento freddo della cucina. Ero parecchio stressata, stavo in casa da giorni. Peccato fosse un Wedgwood..
11. Cosa ti ha insegnato la maternità finora?
Ad accettarmi di più con le mie imperfezioni. E ad autoeducarmi di continuo. E nell’ambito pratico ad essere molto organizzata.
12. Ti senti più bella e femminile ora o quando non avevi ancora figli?
Adesso mi rendo conto di quanto ero bella da giovane (ovvio) quando mi trovavo un sacco di difetti. Diciamo che adesso ci tengo ad essere curata, lo faccio prima di tutto per me e poi per il marito e i figli.
13. Ogni tanto ti manca la tua vita prima dell’arrivo dei bambini, quando la figlia eri tu?
No, da quando sono sposata, sono sempre stata felice di vivere nel momento presente, anche nei momenti difficili. Ultimamente penso a come sarebbe bello poter tornare indietro di un po’ di anni per poter rivedere le persone care che non ci sono più, solo un’oretta però, giusto per salutarli.
14. Cosa ti piace fare con i tuoi figli?
Leggere. Siccome Ludovico, che ha 11 anni, non ama leggere, soprattutto i libroni classici, mi sono detta: vabbè, allora leggo io. E così prima che vadano a letto leggo un capitolo di quei bei romanzi che mi piacevano da bambina, “Il giardino segreto”, “La piccola Principessa”. Sono molto brava, faccio tutte le voci, con molto patos, alle volte mi commuovo così tanto che mi devo fermare. Loro lo amano tantissimo e non è la stessa cosa se legge un altro al posto mio: preferiscono sospendere la lettura di quel libro e passare a qualcosa di più leggero, tipo Rodari.
Con i grandi invece mi piace viaggiare, vedere cose nuove, aprire la mente con cibi e stili di vita diversi. Loro sono molto disponibili a condividere le novità.
15. Cosa invece odi fare (ma che a loro piace tanto)?
Andare al cinema a vedere i cartoni animati.
16. Riesci a ricavarti del tempo tutto per te? Cosa fai? Dove vai?
Cerco sempre in settimana di avere tempo per me e vedere un’amica, andare a una mostra, pranzare in un posto carino. E poi mi piace camminare e girare per la città in cerca di cose nuove. Una super trasgressione è andare a cinema alle 13, nella pausa pranzo con le amiche avvocato.
17. Cosa ti piace di Milano, per quanto riguarda la vita con i figli?
Mi è sempre piaciuto il fatto che ci sia un grande ventaglio di scelta in tutti i campi, dal tipo di scuola, alle attività extrascolastiche, al tempo libero e sempre di alta qualità. E non è assolutamente vero che Milano sia una città in cui è difficile fare amicizia se hai bambini. Al contrario è una città aperta e ospitale, io l’ho sperimentato in prima persona: venendo da Bari, non avevo amiche di lunga data con cui condividere la maternità, me le sono fatte ai parchetti e ad alcune sono ancora legatissima. Con le scuole poi si crea tutta una rete di sostegno tra le famiglie che è fantastica.
18. E senza figli?
Adoro Milano. Mi ci sono subito ambientata con facilità. Tutto è organizzato, tutto funziona, con i mezzi pubblici ti sposti ovunque. I milanesi si lamentano perché il tram ritarda di 5 minuti e io penso alla mia città di nascita dove non sai neanche se l’autobus arriverà. Mi piacciono i milanesi, sempre discreti ma disponibili, efficienti ed educati. Certo è una grande città e ha tanti difetti legati a questo suo essere grande e accogliente: c’ e’ di tutto. E’ una città stimolante, è in Italia la città dove accadono le cose: teatro, concerti, iniziative..penso all’appena terminato PianoCity, un evento entusiasmante, praticamente gratuito, un regalo alla città. La frustrazione semmai è di non riuscire a seguire tutto ciò che succede.
19. Ogni tanto mediti la fuga verso la campagna oppure la vita in città ti piace?
No, campagna, montagna, solo per brevi fughe sportive. Mi manca il mare, ma mi rifaccio in estate quando andiamo in Puglia e ci passiamo l’estate.
20. Per i tuoi figli hai scelto la scuola Steineriana. Perché? Cosa pensi che abbia di più o di diverso come approccio educativo?
Credo che ogni scuola, scelta con consapevolezza dai genitori, corrisponda alla visione della vita che essi hanno, o perlomeno a come vorrebbero che fosse. Io cercavo una scuola che fosse un po’ come una casa per i miei figli, che fosse accogliente e benevola, che li stimolasse rispettando le loro qualità. Considero importante la relazione fra maestro, allievo e famiglia, una relazione di collaborazione anche nelle difficoltà che si incontrano lungo il percorso. E non un rapporto distaccato e antitetico, con paletti ben definiti su quale è l’ambito di azione degli insegnanti e quale quello della famiglia, dove non si va oltre il programma ministeriale.. In questo nella scuola steineriana regna una grande armonia. Non dico che sia tutto rose e fiori, è una comunità di persone e c’è sempre qualcosa che non va, ma la risonanza con i nostri valori familiari è tale che non avremmo potuto scegliere altrimenti senza soffrirne.
21. Un posto che ami particolarmente di questa città (un negozio, un ristorante, un quartiere, una strada).
Amo molto la zona intorno a corso Magenta con i suoi negozi raffinati e particolari, dalla Pasticceria Marchesi, alla drogheria fornitissima di the e marmellate, al negozio di biancheria dove ordinare i pigiami con le iniziali ricamate, la Pellinicon i suoi bijoux gioiello, la giapponese che ti fa le composizioni di fiori finti che sembrano veri, il negozio Flamant dove ti sembra di entrare in una vera casa dall’atmosfera ovattata, da Buscemi con stereo e radio di qualità alla Bottega Discantica con la sua eccellente selezione musicale.
A due passi ci sono le milanesissime boutique Miki Thumb, Wait and See e Carla Saibene. E sempre a qualche minuto di passeggio la gioielleria Atelier VM in via Correnti.
Con i bambini il parco di Porta Venezia e il Museo di Storia Naturale con i suoi diorami che secondo me sono più belli di quelli del Natural History Museum di New York.
E poi adoro l’Hangar Bicocca, uno spazio bellissimo dove le esposizioni sono sempre sorprendenti! E anche ai bambini piace tanto e per i laboratori e per lo spazio esterno dove andare in wave.
Il Franco Parenti è il nostro teatro preferito e per mangiare dopo il teatro, ma a tutte le ore in realtà, Isa e Vane, in via Perugino 1, atmosfera rilassata e amichevole, cucina casalinga e ottimi vini. Una delle due proprietarie è leccese, ma non fa niente…(l’antica rivalità tra baresi e leccesi).
22. Qual è il tuo mantra?
“Aiutati che Dio ti aiuta!”
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