L’eleganza del riccio
Avete presente quei giorni in cui tutto quello che avevi programmato meticolosamente va a gambe all’aria perché non avevi calcolato la variabile impazzita? Ieri è stato uno di quelli.
Olli, dopo giorni di clausura forzata dovuta a un’influenza pesantissima, torna all’asilo. Nel frattempo però ha pensato bene di contagiare Bibo che, febbricitante e col naso colante, è barricato in casa con la babysitter.
Io devo andare al lavoro ma mi sento in colpa a mollare lei all’asilo una giornata intera, dato che non è ancora perfettamente in forma; d’altra parte non ho il coraggio di uscire prima dall’ufficio, dove già sono segretamente guardata come un pària, una specie di appestata, essendo “quella che ha due figli” (l’unica in ufficio a parte il mio capo, che però è un uomo e quindi discrimina per definizione). Da quando sono tornata sento gli occhi di tutti puntati addosso. Glielo leggo in faccia che pensano: prima o poi questa ci molla nel bel mezzo della sfilata/press day/riunione.
Ma io non mollo!
Sì, vabbè, ma adesso che faccio? Chiamo i nonni? no, sono a 600 Km.
Mi viene da piangere e non so se è per lo sconforto o per la stanchezza accumulata negli ultimi giorni di capricci e lamenti o perché mi sono mezza ammalata pure io. Pensa che ti ripensa mi si materializza nella testa il piano B: la portinaia! Ma certo! Quella volta non aveva detto che si offriva di guardare i bambini se avessi avuto bisogno? Sì, perché lei, che sembra burbera, pettegola e insolente in realtà ha un cuore d’oro e per di più è affezionatissima a Olli, la ama pazzamente.
La signora Dina mi ricorda un po’ Renée, la portinaia dell’Eleganza del riccio (…..anche se magari non legge Nietzsche).
Comunque, tornando a noi, voleva darmi una mano? Ecco, è arrivato il momento: HO BISOGNO! HELP! SOS!
Scendo trafelata coi minuti contati prima di sgambettare in ufficio e le chiedo se tiene Bibo mezz’ora mentre la babysitter va a prendere Olli all’asilo un po’ prima dell’orario solito d’uscita. Lei sembrava non aspettasse altro. Felice, anzi entusiasta mi dice che certo! non c’è nessun problema, lo fa super-volentieri!
Io faccio la mia giornata in ufficio senza saltare neanche un quarto d’ora (tiè, alla faccia dei malpensanti) e torno a casa felice perché il puzzle della mia giornata si è magicamente ricomposto.
Quelli che dicono che a Milano tutti corrono, sono egoisti e pensano solo ai fatti loro non sanno di cosa parlano. Io ho addirittura trovato nella mia portinaia una nonna surrogata, cosa si può volere di più?
Incastri magici…quanti ne potremmo raccontare? E quello sguardo nei colleghi da "quella è una mamma" con una serie di sottintesi che manco te lo dico e allora sai che faccio? La vita privata la tengo fuorissimo dall'ufficio, tant'è che collaboratori esterni scoprono per caso che ho una figlia dopo anni di frequentazioni "Ma dai? Hai una figlia quasi 4enne? Non si vede
che tristezza. Anzichè essere doppiamente stimate. brava Mari un lampo di genio.