Nuove terapie antistress: i corsi di cucina

Delle settimane successive alla nascita del mio secondogenito ricordo chiaramente il mio stato di sonnolenza perenne, corpo e spirito debilitati dal tour de force incessante pappa-cacca-nanna-coliche-pappa-cacca-nanna-coliche. Non vedevo via d’uscita e niente che mi aiutasse staccare la testa qualche ora sembrava allettarmi: una corsa al parco? figuriamoci, ogni briciolo di energia doveva essere preservato con cura! un corso di pilates? sì, l’ho fatto ma mentre stiracchiavo i muscoli sui macchinari il mio cervello andava al latte in polvere da comprare, alla visita dal pediatra da prenotare etc etc. 
Un giorno mi viene in mente che prima di partorire (evidentemente nell’euforia della tempesta ormonale) avevo fatto l’iscrizione a un corso di pasticceria che avrebbe avuto luogo di lì a poco. Era vicino casa e decido di raccogliere le forze e andare, anche se un po’ titubante.

Non so se sono stata vittima di un incantesimo, sta di fatto che quelle 3 ore passate lì con le mani nella farina, a modellare fiorellini di pasta di zucchero colorata sono state una specie di terapia del benessere. Per 3 ore ho liberato la testa dal tran tran quotidiano facendomi trasportare completamente dalla voce dell’insegnante e concentrandomi affinché le mie tortine fossero esattamente come le sue.

Da allora mi sono ripromessa di iscrivermi a una lezione di cucina ogni qual volta avrei voluto provare ancora quella sensazione di testa leggera e benessere.

E l’occasione è arrivata proprio ieri sera. Dopo 3 giorni di clausura ad accudire i miei figli, entrambi ammalati (tempismo perfetto!) forse non mi sono guadagnata un posto in paradiso ma di sicuro mi sono meritata una ricompensa per essere sopravvissuta, e senza commettere infanticidio: un piccolo corso di cucina da Cavoli a Merenda, un luogo accogliente che sa di casa, perché in realtà è effettivamente una casa. 

Tema della serata: gli antipasti di mare. Io sugli antipasti sono sempre stata un po’ frettolosa, superficiale, spesso non li ho neanche inclusi nei menu delle mie cene. E invece ieri sera ho scoperto tanti modi, neanche particolarmente complicati, di preparare un antipasto che ti faccia fare bella figura con gli ospiti. 

 Mentre pulisco le cappesante Vanessa mi racconta che prima della sua attuale attività lavorava nella finanza ma dopo la nascita della sua primogenita (che ora ha quasi 5 anni) ha avuto voglia di rallentare un po’ e di occuparsi di qualcosa che amava veramente e che le desse più tempo per stare con la famiglia. “L’unica cosa che sapevo fare era cucinare, perché è sempre stata la mia passione e avevo approfondito la mia cultura gastronomica anche con corsi professionali. Così mi sono buttata nell’avventura della scuola di cucina, prima a casa mia e poi in questi locali che si sono liberati nel frattempo, dove ho anche creato il ristorante”. 

Io la ascolto incantata perché Vanessa, oltre a saper cucinare con grande maestria è dotata di una qualità quasi introvabile, di cui sono una grande fan: la grazia.

Per 3 ore ho dimenticato i virus che stanno mietendo vittime negli asili di Milano, e i miei tre giorni da incubo con le due pesti…appestate.

Ah, per la cronaca, oggi le pesti sono tornate a scuola. Alleluia!