Padri di ieri e padri di oggi

Non ci sono più i padri di una volta. Quelli che baciavano sulla fronte il figliolo appena nato, facevano le foto di rito e poi se lo dimenticavano fino alla prima comunione. Quelli che trovavano disdicevole spingere il passeggino, ché si sa, è una cosa da donne. Che ignoravano qualsiasi tecnica di cambio di pannolino. Quelli che non facevano una notte in bianco nemmeno per sbaglio perché anche questa, da che mondo è mondo, era una prerogativa delle mamme. Che il pediatra non sapevano neanche che faccia avesse. Insomma quelli che dell’essere padre sceglievano con cura la parte migliore, quella meno noiosa. Quella che inizia più o meno quando i figli compiono 6 anni, al riparo da strascichi di pipì a letto o capricci isterici a tradimento da gestire.
 I padri di oggi hanno voglia di vedere i propri figli nel momento esatto in cui vengono al mondo, e molto prima di quel fatidico momento sono lì partecipi a misurare – orologio alla mano – l’intervallo tra una contrazione e l’altra; a massaggiarci i piedi gonfi delle ultime settimane di attesa e sono orgogliosi di annunciare di aver cambiato al nuovo nato il primo pannolino della sua vita, il primo di una lunga serie. I padri di oggi spingono fieri il passeggino, conoscono tecniche avanzate per portare a casa l’obiettivo ruttino, scaricano da internet copiose dispense illustrate sulla posizione “palla da rugby” per alleviare ai pargoli i dolori delle coliche. Se c’è da svegliarsi la notte, (all’occorrenza) lo fanno eccome. Hanno il numero del pediatra memorizzato sul Blackberry e lo chiamano senza paura, più di noi madri, disquisendo con competenza di farmaci da somministrare e relative dosi. Tengono un foglio Excel (ehm, questo forse lo fa solo il padre dei miei figli) in cui registrano le variazioni di peso dei loro frugoletti dal primo giorno di vita, segnando in rosso i picchi negativi e gli apparenti rallentamenti della crescita.
Fuggono dall’ufficio nel bel mezzo del pomeriggio per partecipare alle feste dell’asilo, dove si siedono a impastare torte assieme decine di bambini urlanti, infarinandosi i vestiti.
Dei proprio figli conoscono il peso e l’altezza, il gusto preferito del gelato, le paure e le debolezze.
I padri di oggi conoscono i propri figli.

Non ci sono più i padri di una volta. Meno male.

 
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