Il poliziotto buono e il poliziotto cattivo
A casa mia, per quel che riguarda l’educazione dei figli, si è compiuta una naturale ripartizione dei ruoli tra me e mio marito.
Se sulle le tematiche più grosse siamo compatti, sulla stessa lunghezza d’onda, per le piccole cose che riguardano il quotidiano abbiamo modi di agire diversi. A me viene bene il ruolo del poliziotto buono, a Enne quello del poliziotto cattivo.
Si va a letto alle 20.30 – tutti d’accordo, non si transige – ma a lui, che è un pragmatico, toccano i passaggi che i bambini odiano, tipo la sosta in bagno con pipì e lavaggio dei denti; io, che sono una sentimentale, mi accaparro il ‘compito’ di accucciarmi sul loro lettino, 5 minuti accanto a uno e 5 minuti accanto all’altra, per accarezzarmeli tutti, al buio, e dargli la buonanotte col rito ‘bacetto, carezza e abbraccio’: mi sembra che così la giornata si concluda meglio per me e concili bei sogni a loro.
I bambini devono mangiare sano – anche qui tutti d’accordo – ma se lui è quello che non molla fino a quando i figli non hanno mangiato l’ultimo fagiolino, io sono quella che nei momenti di massima crisi (vedi capricci da indemoniati mentre si torna a casa da scuola) si infila nel supermercato e compra le patatine: i figli sono contenti della trasgressione, io divento il loro idolo per cinque minuti e la pace è ripristinata. E quando loro si distraggono un attimo rubo anche qualche patatina dai loro sacchetti.
Le medicine che hanno un buon sapore le somministro io; quelle repellenti? le somministra il papà, naturalmente.
Si mangia tutto, seduti a tavola. Eccetto quando non si ha appetito, aggiungerei io: in quelle occasioni, se il papà è in casa, qualcosa bisogna ingurgitarla comunque (DIGIUNO è un termine che nel vocabolario di mio marito non esiste, tanto per farvi capire la sua impostazione mentale), se il papà è fuori sono concesse anche solo poche cucchiaiate.
Mio marito è un amante delle regole mentre io adoro le eccezioni, perché credo che le regole si sopportino meglio se si sa che esistono le eccezioni. L’elasticità è la chiave. E il nostro mix di rigore e morbidezza in fondo funziona.
Ovvio che il mio obiettivo, da poliziotto buono, è essere l’idolo indiscusso dei miei figli!…ahahaha, no, a parte gli scherzi, la verità è che io con loro passo molto più tempo del loro papà e posso permettermi di stemperare le regole con qualche trasgressione o comunque con un atteggiamento più indulgente.
E quindi, per concludere, si dorme ognuno nel proprio letto (regola che applichiamo felicemente da quando i figli avevano pochi mesi)….eccetto quando papà è fuori città per lavoro: in quel caso, anarchia! tutti nel lettone!
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