rientro
Sono rientrata a Milano due giorni fa, con quella sensazione di farfalle nello stomaco che ho ogni volta che torno a Milano dopo le vacanze, identica e immutata da 20 anni. Che volete che vi dica, rivedere la mia città dopo settimane mi fa sempre un effetto euforizzante. Mi piace partire e mi emoziona tornare.
Quest’estate sono stata nomade, sempre in vaggio, con tutta la famiglia. Non ho comunicato molto, ve ne sarete accorte (o forse no). Non avevo cose interessanti da dire e non avevo voglia di distrarvi dalle vostre meritate vacanze con post e foto inutili. Certe volte penso di essere veramente una blogger anomala: non sento l’urgenza impellente di condividere costantemente ogni cosa, doso molto, sia sul blog che sui social. Ho sempre il sottile timore che di me si pensi ‘che noia questa, sempre online!’ e allora nelle ultime settimane invece di postare a vanvera mi sono concentrata sulla vita vera, di cui a voi lettori del blog (giustamente) immagino non interessino i dettagli.
Ho pensato, ho annotato qualcosa da ricordarmi a settembre. Sono stata faticosamente dietro ai figli, sono stata felicemente assieme ai figli. Ho scattato un sacco di foto. Ho finalmente finito (miracolo!) la tetralogia dell’Amica geniale di Elena Ferrante, che mi portavo dietro da un anno.
E sono felice di essere rientrata prima del grande esodo: mi piace l’idea di arrivare a settembre dopo un piccolo rodaggio. I figli hanno ripreso possesso della loro stanza e dei loro giocattoli, che negli ultimi giorni reclamavano parecchio. Bibo aveva nostalgia dei suoi dinosauri e della macchina della polizia, Olli dell’astuccio con le forbici, i pastelli e la colla e del cestino da pic-nic.
Farò quelle 20 lavatrici, archivierò costumi, braccioli e creme solari e mi godrò la città ancora mezza vuota, vivibile e accogliente. Quella che preferisco. Domani Olli andrà dai nonni per qualche giorno e io me ne starò da sola col mio secondogenito: ho bisogno di dedicarmi per un po’ solo a lui, che in queste vacanze in simbiosi con la sorella ha sofferto un po’. La competizione e l’ansia da prestazione sono andati un po’ oltre il livello di guardia. Lo so, è un po’ anomalo ma a casa nostra sono i secondi ad essere gelosi dei fratelli maggiori. Me lo coccolerò un po’, ce ne andremo in bici per le strade semivuote, leggeremo le storie che piacciono solo a lui. Ripristineremo gli equilibri e saremo finalmente pronti per un grande settembre.
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