Se gli uomini nascessero sotto ai cavoli

Alzi la mano chi ama andare a far visita alla suocera.

….
Uhm…non vedo mani alzate…
Ruolo ingrato quello della suocera, lo so. Che sia perfida o adorabile non importa: segretamente vorremmo tutte che i nostri mariti/compagni/fidanzati fossero nati sotto a un cavolo, venuti su – chessò – per gemmazione, per poi essere cooptati dalle nostre famiglie PERFETTE con le quali andranno a trascorrere felicemente tutte le feste comandate, i pranzi della domenica e le vacanze, per il resto della vita.Nel mondo reale invece, per par condicio e per dare il buon esempio ai figli, qualche giorno delle preziose vacanze è giusto che venga trascorso oltre che con la nonna materna, con la nonna paterna. Basta solo individuare un escamotage che ci aiuti a trovare la motivazione e l’entusiasmo.
Io ho fatto di necessità virtù e, nei giorni trascorsi a casa della suocera, ne ho approfittato per darmi all’edonismo sfrenato, che per me è consistito nel:
– lasciare i bambini a giocare con la nonna a più riprese durante il giorno e chiudermi in una stanza qualsiasi a leggere (attività che normalmente riesco a praticare a intervalli irregolari e mai per più di 5 minuti di seguito), incurante di urla, pianti e sopravvenute cacche
– lasciare i bambini alla nonna (come sopra) e testare ad una ad una tutte le estetiste del paese. Ho scoperto così che al costo di una pedicure di Milano riesci a fartene almeno 5 in un paesino del profondo sud (quello in cui ho soggiornato)
–  scovare posti in cui si mangia particolarmente bene. Ho scoperto così che il Cilento, dove abita mia suocera, è una terra interessantissima storicamente e culturalmente ma è altrettanto interessante per quanto riguarda il saper mangiare.
Una sera io e Enne ci siamo concessi una cena da Le Trabe, un ristorante stellato di Paestum che sorge in mezzo a una splendida tenuta, una specie di giardino zen con laghetti e prati lussureggianti a perdita d’occhio, alimentata dalla piccola centrale idroelettrica di inizio ‘900.
I piatti dello chef Giuseppe Stanzione erano creativi e raffinati senza però allontanarsi dalla tradizione campana, valorizzando anzi le materie prime locali. Insomma, un omaggio alla Campania felix. Ve lo dico, mi sono quasi commossa.Le Trabe

In un pomeriggio di nuvole ho voluto portare Olli e Bibo a visitare la Tenuta Vannulo, uno splendido esempio di piccolo allevamento con caseificio annesso, che alleva bufale per la produzione di latticini di eccellenza. Vannulo non esporta, perché in quel modo dovrebbe scendere a compromessi con la qualità e altri requisiti imprescindibili del suo prodotto. Quindi chi vuole le sue mozzarelle, ma anche il suo yogurt libidinoso, il suo gelato e la sua panna al latte di bufala deve necessariamente recarsi a Paestum, in Campania. Tenuta Vannulo

Tenuta VannulovannuloPer concludere al meglio il nostro soggiorno cilentano “obbligatorio”, non poteva mancare una cenaal Ristorante Nettuno, per noi diventata ormai una tradizione. Il ristorante è all’interno di una torretta di inizio ‘900, di proprietà della stessa famiglia da generazioni e la sua particolarità, ciò che lo rende unico e speciale, più che la sua zappetta di frutti di mare, è che sorge letteralmente all’interno della zona archeologica di Paestum e fronteggia il tempio di Nettuno. Credo che di scorci simili al mondo ne esistano pochi.Tempio di Nettuno Paestum

Ristorante NettunoSe non avete una suocera che vi ospiti posso consigliarvi almeno 3 posti molto poetici ma anche kids-friendly dove soggiornare nel Cilento, luogo che non avrei mai conosciuto se mio marito fosse nato sotto a un cavolo:

 
 

 

Related Posts

Discussion about this post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

css.php