Secondo figlio: istruzioni per l’uso
Avete avuto un bambino, quel bambino ormai cammina, mangia ormai la pastasciutta da solo. Le notti insonni sono un lontano ricordo, anzi, le avete proprio rimosse, come se non ci fossero mai state, quella tipica rimozione selettiva che il cervello delle mamme fa degli episodi più critici della vita coi figli (qualcuna si ricorda i dolori del parto? certo che no. Qualcuna riesce ancora a visualizzare la fatica di una sveglia alle 4 del mattino per 2 mesi di fila? figuriamoci!). Avete ripreso a lavorare, avete ritrovato le energie e avete la sfrontatezza di dire che ‘tutto sommato un figlio non è poi quest’impegno enorme’. Avete la tracotanza di chi ha scollinato, ripreso le redini della sua vita. E l’ebbrezza di chi ‘ce l’ha fatta’ vi fa accarezzare l’idea di mettere in cantiere il secondo figlio.
Ecco, fermatevi un istante, care mamme di figli unici desiderose di allargare la famiglia. Lasciate che una che è passata da uno a due in un battito di ciglia vi dica brutalmente come stanno le cose. Non mettete in cantiere il secondo figlio:
1 – se il vostro matrimonio/legame sentimentale non è a prova di bomba, con ruoli e responsabilità equamente ripartiti. Perché quando si tratta di figli, 1 + 1 non fa 2 ma fa 10. Se un bambino solo è più o meno gestibile, 2 bambini sono un mix micidiale che con buone probabilità vi porterà dall’avvocato matrimonialista, se non dallo psicologo di coppia, se non addirittura dai carabinieri.
2 – se, come è successo a me, il vostro primogenito è ancora piccolo (quando ho scoperto di essere incinta Olli aveva solo 3 mesi), perché sarà come avere due gemelli pur non avendoli, perché la differenza tra un bambino di 1 anno e uno di 1 mese è solo nella misura dei pannolini, per il resto, urlano a sproposito entrambi, vanno imboccati entrambi e soprattuto non ti ubbidiscono né gli uni né gli altri.
3 – se siete più vicine ai 40 che ai 30: 2 figli, almeno nei primi anni della loro vita, sono per i genitori una prova di resistenza fisica che neanche una scuola per marines tipo Full Metal Jacket. A 30 hai un certo tipo di energie e capacità di recupero, a 40 ne hai un altro.
4 – se, come me, avete odiato fare l’inserimento all’asilo. Perché col secondo figlio si ricomincia daccapo! 20 giorni di avanti-indietro, il primo giorno un’ora, il secondo un’ora e mezza e via andare, che se avete un lavoro regolare rischiate il licenziamento per assenza prolungata. E tanto non avrete risolto nulla, perché vostro figlio piangerà come un vitello anche il 21° giorno, quando vi vedrà andare via (ma chi è quel pedagogista illuminato che ha strutturato l’inserimento all’asilo in quel modo assurdo?!) e voi vi sentirete frustrate e inadeguate. Per la seconda volta.
5 – se vi piace viaggiare, lo facevate agevolmente con un figlio e pensate di poter continuare a farlo anche con 2: mettetevi l’anima in pace, pensare di partire per un viaggio (a meno che non sia strettamente necessario) è fuori discussione fino a quando il vostro secondogenito abbia compiuto almeno 3 anni. Prima di allora vi assicuro che le vacanze più riposanti le farete a casa vostra.
6 – se pensate che non avrà ripercussioni sul vostro lavoro, perché tanto siete ben organizzate e se ce la fate a gestire tutto con un figlio ce la farete anche con 2: ah, che romanticone-idealiste-illuse! Non è così: a meno che non viviate in Norvegia o abbiate la carriera di Sheryl Sandberg il vostro lavoro molto probabilmente ne risentirà (date un occhio alle statistiche) e purtroppo non perché voi siate diventate meno efficienti.
7 – se pensate che così darete un compagno di giochi al vostro primogenito. Certo, sicuramente si cercheranno ma non per giocare insieme e farsi compagnia amorevolmente bensì per stuzzicarsi, strapparsi i giochi reciprocamente, tirarsi i capelli e all’occorrenza darsi delle gran mazzate.
Ok, però in fondo:
1 – che il vostro legame sia a prova di bomba o meno, quando arriva un altro bambino ci si manda comunque a quel paese 10 volte di più, ma basta che uno dei due frugoletti faccia una cosa buffa per seppellire l’ascia di guerra in una risata e fare pace.
2 – non vi capiterà più di precipitarvi al pronto soccorso pediatrico alle 2 di notte perché ‘il bambino piange e non sappiamo fermarlo’. Ormai sapete già tutto (o quasi), siete ormai delle veterane, delle maghe del primo soccorso pediatrico.
3 – che abbiate 20, 30 o 40 anni l’arrivo del secondo figlio è uno tsunami comunque. La buona notizie è che si sopravvive.
4 – potete sempre fare come me e risparmiare tempo e traumi: dopo l’idiozia della formula di inserimento sperimentato con la mia primogenita ho preso in mano la situazione e col secondo l’inserimento all’asilo io non l’ho fatto: ho mollato Bibo all’educatrice il giorno 1 dicendo che il bambino era particolarmente socievole e che quindi poteva essere ammesso all’orario regolare fin da subito.
5 – ok, i primi tempi scordatevi di viaggiare (e ve lo dice, col cuore che sanguina, una che quando aveva una sola figlia ha girato l’Europa in lungo e in largo) però si possono fare delle gran belle gite fuori porta in attesa di arrivare al giorno in cui, finalmente liberi da pannolini e passeggini, potrete prendere di nuovo un aereo.
6 – il secondo figlio può essere l’occasione per ‘ripensare’ la vita professionale, rivedere i propri obiettivi, inventarsi un nuovo lavoro.
7 – i primi anni non vi illudete che giochino insieme nella loro cameretta per ore, lasciandovi libere di guardare un film o dipingervi le unghie, ma dopo lo faranno e quando li sentirete ridere insieme nell’altra stanza i giorni di pioggia non vi faranno più paura, o almeno non quanta ne fanno ai genitori di figli unici.
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