Viva le città a misura di bambino
Io Milano la amo. E’ la mia città da 20 anni. Da quando mi ha accolta e adottata con affetto e sfatando tutti i pregiudizi sul fatto che sia una città “fredda” e inospitale. Milano mi ha dato le amicizie più belle che ho, mi ha fatto scoprire angoli e strade che ormai sono parte di me e che mi fanno battere il cuore ogni volta che ci passo (non ridete, è così davvero). E quindi lungi da me parlarne male. Guai a chi mi tocca la mia Milano! Dire però che sia una città kids friendly ovvero a misura di bambino sarebbe una bugia.
L’ho scoperto sulla mia pelle o meglio sulla pelle dei miei pargoli, dal giorno 1 in cui hanno scorrazzato in carrozzina per questa città.
Pensavo: che bello, ora che ho un neonato potrò portarlo al parco a passeggio in mezzo agli alberi e agli uccellini che cantano. Sì, ma i parchi dove sono? ah, quegli agglomerati di erbetta spelacchiata e ingiallita, disseminati di cicche ed escrementi canini sono i parchi? Io veramente per parco intendevo quelli come Hyde Park a Londra, dove cammini per chilometri e non ne vedi la fine all’orizzonte. Dove addirittura puoi andare a cavallo e organizzare un pic nic su un manto erboso compatto e verde che più verde non si può. Dove le panchine sono lucide e perfettamente verniciate e non scrostate e lerce.
Va bene, niente parco. Magari allora sarebbe bello portare i pargoli a pranzo fuori la domenica in un posto accogliente dove ci sia spazio per farli correre e magari un angolo apposta per farli giocare. Ne provo uno, due e tre e constato con sommo dispiacere che sono tutti uguali: tavoli ammucchiati per non perdere neanche un centimetro quadrato di profitto (prima o poi inventeranno anche i ristoranti con i tavoli a castello come i letti, così ci si procura il doppio dei clienti allo stesso orario e non solo facendo quelle cose abominevoli come i TURNI: 12PM oppure 14PM?). Decine di bambini che urlano nei seggioloni incastrati l’uno a fianco all’altro senza soluzione di continuità. Spazi per giocare relegati in angoli bui o scantinati. Ei, “Brand”, “Opera Prima”, “Erba Brusca” sto parlando di voi!
Se Milano è l’unica metropoli che hai sperimentato coi figli ti ritrovi a dire “che carino” (quanto odio questo aggettivo che non dice nulla ma vorrebbe riassumere tutto senza la fatica di cercare il termine appropriato. Ma di cui faccio uso a piene mani pure io) anche davanti a posti aberranti come quelli. Poi per caso passi un week end coi bambini a Copenhagen e sgrani gli occhi davanti a quella che è DAVVERO una città a misura di bambino. Parchi, giardini, ristoranti e spazi dedicati all’infanzia dovunque ti giri. Anche la metropolitana è strutturata in modo tale che se hai il passeggino e i sacchetti della spesa non bestemmi cercando un taxi ma ci sali su con naturalezza, grazie ad ascensori e ad aree senza sedili per rendere agevole il transito di bici e passeggini.
E’ bello che alcune città del mondo rispettino i bambini e li trattino da esseri umani pensanti e non solo come un fastidio o, peggio, come un’esca per spennare i genitori.
Milano, hai ancora tanta strada, ma ce la puoi fare!
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